Teramo, il giudice non crede alla 16enne: “Il sesso con l’arbitro era consenziente”
Aveva denunciato di essere stata brutalmente violentata da un arbitro maggiorenne giunto nella sua città per un torneo di pallamano, ma dopo mesi di indagini da parte delle forze dell'ordine il giudice del tribunale di Teramo ha deciso di archiviare il caso stabilendo che la ragazzina di 16 anni si era inventa tutto, spinta dalla madre. I fatti oggetti di giudizio davanti alla corte infatti risalgono al 2016 quando la giovane, a seguito di un'emorragia che l'aveva costretta a ricorrere alle cure dell'ospedale, aveva iniziato a raccontate, alcun giorni dopo, di essere stata vittima di uno stupro ad opera di un arbitro spagnolo di 24 anni, giunto in città per una competizione internazionale.
Dagli accertamenti è emerso però che in realtà la ragazzina aveva avuto un rapporto sessuale con l'uomo ma consensualmente, come lei stessa aveva riferito in un primo momento in ospedale alla ginecologa che l'aveva visitata. Del resto per gli stessi medici nel referto clinico avevano evidenziato le lesioni, stabilendo però che la ragazzina "non presentava sintomatologie tipiche di chi avesse subito violenze o manomissioni di stampo impositivo".
In Tribunale il giudice quindi ha deciso di archiviare il caso, così come consigliato dalla stessa Procura, sottolineando come nella vicenda la ragazza "da un certo momento in poi, deve aver subito l'interferenza deviante di calcoli utilitaristici, assai verosimilmente indotti dallo scomposto intervento nella vicenda della madre". Un intervento che, secondo il giudice, doveva servire a "recuperare l'onta di (incomprensibile) disvalore che inquinerebbe la dimensione morale e socialmente presentabile di una ragazza".