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Taranto, parroco organizza “rosario per la famiglia”. Protesta fuori la chiesa, sindaca striglia carabinieri

“Legge perversa che minaccia la famiglia”: don Zito contro il ddl che punisce l’odio verso gay e trans. Gli attivisti protestano davanti alla chiesa. E il parroco chiama i carabinieri. A quel punto scende in campo la prima cittadina. Ecco cosa è accaduto ieri sera a Lizzano.
A cura di Biagio Chiariello
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Il parroco di Lizzano ha organizzato un incontro di preghiera, un "rosario per la famiglia", "per difenderla dalle insidie che la minacciano, fra cui il disegno di legge contro l'omotransfobia". I cittadini del comune in provincia di Taranto però non l’hanno presa bene: si sono riuniti in protesta all’esterno della parrocchia, tanto da indurre lo stesso prete a richiedere l'intervento dei carabinieri nella piazza antistante la chiesa, che hanno cercato di schedare i manifestanti contrari all'iniziativa. A quel punto è arrivata davanti alla cappella si è presenta la sindaca Antonietta D'Oria (eletta con una lista civica), che ha preteso spiegazioni dai carabinieri difendendo il diritto dei suoi cittadini a manifestare, e di fronte al loro difendersi dietro ragioni di sicurezza, chiede: "Allora prendete quelli che stanno dentro – riferendosi proprio ai parrocchiani – perché è una vergogna per Lizzano, Lizzano è un paese democratico".

Questo il post su Facebook della D’Oria:

Ecco, noi da questa iniziativa prendiamo, fermamente, le distanze.
Certo non sta a noi dire quello per cui si deve o non si deve pregare, ma anche in una visione estremamente laica quale è quella che connota la attuale Amministrazione Comunale, la chiesa è madre e nessuna madre pregherebbe mai contro i propri figli.
Qualunque sia il loro, legittimo, orientamento sessuale.
Perché, come ha scritto meglio di come potremmo fare noi, padre Alex Zanotelli, quando ha raccontato la propria esperienza missionaria nella discarica di Corogocho, la Chiesa è la madre di tutti, soprattutto di quelli che vengono discriminati, come purtroppo è accaduto,e ancora accade, per la comunità LGBT.
A nostro modestissimo parere e con la più grande umiltà, ci pare che altre siano le minacce che incombono sulla famiglia per le quali, sì, sarebbe necessario chiedere l’intervento della Divina Misericordia.

Come detto, il parroco, che si chiama Don Giuseppe Zito della Chiesa “San Nicola” aveva invitato la comunità a un momento di preghiera mirato all'intercessione divina contro l'approvazione del ddl Zan: "Per offrire al Signore il nostro contributo per bloccare l'ingiusto e perverso disegno di legge Zan-Scalfarotto-Boldrini contro l'omotransfobia". Un annuncio pubblicato su Facebook (poi rimosso) che ha rimbalzato di bacheca in bacheca, arrivando anche anche ad essere condiviso da Francesca Cavallo, l'autrice bestseller delle ‘Storie della buonanotte per bambine ribelli', che è originaria di Lizzano.

La sindaca ha risposto così:

Perché non pregare contro i femminicidi, le violenze domestiche, le spose bambine?
Perché non celebrare una messa in suffragio per le anime dei disperati che giacciono in fondo al Mediterraneo?
Perché non pregare per le tante vittime innocenti di abusi?
Ecco, senza voler fare polemica, ma con il cuore gonfio di tristezza, tanti altri sono i motivi per cui raccogliere una comunità in preghiera.
Certo non contro chi non ha peccato alcuno se non quello di avere il coraggio di amare.
E chi ama non commette mai peccato, perché l’amore, di qualunque colore sia, innalza sempre l’animo umano ed è una minaccia solo per chi questa cosa non la comprende.

Nel video si sentono i carabinieri che dicono che stanno solo identificando chi protesta e altre voci che rispondono invece che li stanno intimorendo. Lei risponde: “Questo (manifestare) è un diritto dei cittadini”. Il carabiniere risponde che potrebbe accadere una rissa e devono conoscere le persone che sono in piazza. E lei risponde: “E allora identificate prima quelli che stanno dentro. Perché siamo in un paese democratico!”.

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