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Taranto, chalet distrutto da un incendio: non si esclude origine dolosa

Lo chalet Jamaica, noto locale della costa tarantina, è stato distrutto da un incendio che è divampato questa mattina poco prima dell’alba: le fiamme si sono sviluppate intorno alle 6 all’interno della struttura sulla Litoranea salentina e sul posto si sono recati i Vigili del fuoco di Taranto e i Carabinieri.
A cura di Davide Falcioni
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Lo chalet Jamaica, noto locale della costa tarantina, è stato distrutto da un incendio che è divampato questa mattina poco prima dell'alba: le fiamme si sono sviluppate intorno alle 6 all’interno della struttura sulla Litoranea salentina e sul posto si sono recati i Vigili del fuoco di Taranto e i Carabinieri. In particolare il rogo si sarebbe sviluppato all’interno del locale che ospita la “frescheria”. Sul posto anche un’autoambulanza del 118 che ha soccorso la titolare della struttura, vittima di un lieve malore. L’incendio è stato domato intorno alle 7.30 e sono tuttora in corso le indagini per accertarne la natura. Alcune strutture della “frescheria” sono crollate accartocciandosi su se stesse.

Intervistato dall'Agi  Giovanni Pietroforte, comandante dei Vigili del Fuoco di Taranto, ha raccontato: "Il personale dello stabilimento, che dorme lì, ci ha detto che stamattina presto è stato svegliato dal crepitio delle fiamme. Sembrava il rumore della pioggia, così almeno lo avvertivano nel dormiveglia, ed invece era il fuoco che stava divampando. Siamo intervenuti intorno alle 6, impiegando 14 uomini e mezzi da Taranto, Manduria e Grottaglie, l’incendio allo stato è spento, ma siamo ancora sul posto per le ultime cose. Le fiamme hanno attaccato tutta la parte esterna che era in legno, anche abbastanza secco visto le elevate temperature di queste ultime settimane. Nessun danno c’è stato invece alle strutture fisse del complesso”. “Stiamo anche accertando la natura dell’incendio ed é ancora troppo presto per trarre delle conclusioni” rileva Pietroforte. Non è quindi escluso che il rogo possa essere stato doloso.

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