Svaligiata villa italiana del magnate russo Oleg Tinkov, ladri in fuga senza lasciare tracce
Colpo da professionisti quello andato in scena nelle scorse ore nella villa italiana di Oleg Tinkov, magnate russo oppositore di Putin. Ignoti si sono introdotti nella notte tra mercoledì e giovedì nella casa di Tinkov a Forte dei Marmi, sulla riviera toscana in provincia di Lucca, portando via ogni oggetto prezioso rinvenuto.
Le indagini, affidate ai carabinieri, sono in corso ma ci sono pochi dubbi sul fatto che ad entrare in azione siano stati ladri professionisti che sono riusciti a eludere sofisticati sistemi di sicurezza e sorveglianza, ad aprire casseforti e ad andare via senza lasciare tracce evidenti.
I ladri sapevano bene anche che in quel momento in casa non c’era nessuno perché Tinkov con la sua famiglia non è in Italia in questo momento e si trova in Messico, e così hanno potuto agire indisturbati.
Ad accorgersi dell'intrusione è stato il custode, ma solo al mattino seguente, quando ha trovato l'interno dell'edificio messo a soqquadro.
Sul bottino ovviamente non c’è alcuna certezza ma si parla di cifre superiori a diverse centinaia di migliaia di euro. I ladri infatti hanno aperto due casseforti, dalle quali sono spariti gioielli, orologi di lusso di grandi marche e altri preziosi.
Secondo le prime risultanze investigative, in azione almeno tre persone. I carabinieri stanno cercano inoltre di capire se ci sia un collegamento con un altro furto analogo avvenuto la notte precedente in una villa di Forte dei Marmi di proprietà di magnati russi e affittata a finanzieri ucraini. Anche in questo caso i ladri sono riusciti ad aprire la cassaforte e a portare via gioielli e orologi di lusso, con un bottino di diverse centinaia di migliaia di euro.
L’imprenditore e banchiere Oleg Tinkov, 54enne il cui patrimonio fino all'aprile 2022 era stimato in oltre 9 miliardi di euro, si è esposto pubblicamente contro la guerra in Ucraina, prendendo le distanze da Vladimir Putin e affermato che "il 90% dei russi sono contro la guerra".
