Suore in fuga dal convento, l’ex badessa “scoprì una sorella su siti erotici, per questo è stata calunniata”

Nuovo capitolo del caso della fuga di 12 suore di clausura del convento avvenuta nelle scorse settimane. Una delle suore del convento di San Giacomo di Veglia, frazione del comune di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, che avrebbe calunniato l'ex badessa facendola allontanare sarebbe stata sorpresa a cercare siti erotici.
"Invece di rimuovere le criticità, è stata rimossa la badessa", ha detto commentando l'indiscrezione una delle monache fuggitive, citata da Il Gazzettino. E aggiunge: "Una di coloro che hanno mandato la lettera anonima a Papa Francesco era stata richiamata dalla badessa suor Aline che, con grande sensibilità e attenzione, le ha suggerito di vivere appieno il voto di castità".
Secondo quanto riporta il quotidiano, la suora scoperta si sarebbe quindi unita ad altre tre e insieme avrebbero inviato la lettera contro l'ex badessa suor Aline Pereira Ghammachi, accusata di maltrattamenti. Calunnie che, come emerso successivamente, sarebbero totalmente prive di fondamento.

Smentite anche le affermazioni dell'abate priore Mauro Giuseppe Lepori che pochi giorni fa aveva detto di non aver mai chiuso un monastero. Come si legge infatti sul sito di notizie del mondo eccelsiastico Silere non possum, che si base su documenti interni alla chiesa, "non è vero che Lepori non abbia mai chiuso un monastero. Quello di Zirc in Ungheria porta direttamente al suo ufficio".
Le suore scappate dal convento per protestare contro la decisione di allontanare l'ex badessa si sarebbero rifugiate in una villa non lontana dal monastero, messa a disposizione da un benefattore. L'esatta posizione del luogo resta però tuttora segreta. Le sorelle hanno raccontato di temere "ritorsioni".
Nel monastero sono rimaste solo 11 monache insieme alla nuova badessa Martha Driscoll, 81 anni, mandata da Roma dopo la cacciata di suor Aline. "Abbiamo bisogno di molte cose – ha detto una delle suore che si sono rifugiate nella villa – E manca anche tutto ciò che serve per arredare la nostra piccola chiesetta: una statua della Madonna, un altare, sedie e banchi".
"Abbiamo già ricevuto molto dalla comunità e in tanti hanno già risposto al nostro appello. – aggiunge – Abbiamo ricevuto anche donazioni e ci stiamo sostenendo con uno stipendio e una pensione. Tutti i nostri soldi, invece, sono rimasti nel monastero. Come era giusto che fosse, nella successione che si è venuta a creare".
Il clima all'interno della villa è sereno, scrive il quotidiano, e le suore ci tengono a ribadire che non esisterebbe una sola prova che appoggi le accuse mosse all'ex badessa. "Le criticità c'erano, certo – ribadisce una delle sorelle fuggite – L'errore però è stato rimuovere la badessa".