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Studenti iraniani bloccati a causa dei ritardi dell’ambasciata italiana, il giudice: “È discriminazione”

Centinaia di studenti iraniani ammessi nelle università italiane non riescono a ottenere il visto perché l’ambasciata italiana a Teheran non permette di fissare gli appuntamenti in tempo utile. Il Tribunale di Torino ha ordinato al Ministero degli Esteri di riaprire i termini accogliendo il ricorso degli avvocati dell’Asgi che denunciano “Inefficienza amministrativa e volontà politica”
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Il Tribunale di Torino ordina al Ministero degli Esteri di sbloccare i termini per le domande di visto degli studenti iraniani
Il Tribunale di Torino ordina al Ministero degli Esteri di sbloccare i termini per le domande di visto degli studenti iraniani

Centinaia di studenti iscritti alle università italiane stanno aspettando di ottenere il visto per venire in Italia, ma l'ambasciata non permette neanche di fissare l’appuntamento per l’esame della domanda. Contro l'inerzia dell'ambasciata italiana a Teheran si è espresso il Tribunale di Torino che con un'ordinanza ha intimato al Ministero degli Esteri guidato da Antonio Tajani di riaprire i termini per presentare i visti. L'ordinanza esecutiva è stata ottenuta grazie al ricorso presentato da uno studente bloccato in Iran assistito dall'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione (Asgi).

"L'ambasciata per mesi non ha dato la possibilità di prendere appuntamento per richiedere il visto e ha fatto sapere che sarà possibile solo dopo il 30 novembre, ma il 30 novembre è il giorno oltre il quale i visti non possono più essere richiesti". Un cortocircuito denunciato a Fanpage.it dagli avvocati dell'Asgi Alberto Guariso e Paola Fierro.

Perché il Tribunale di Torino ha ordinato al Ministero di riaprire i termini per i visti

Ogni anno oltre 3 mila studenti e studentesse iraniani vengono ammessi nelle università italiane, si tratta del gruppo di studenti stranieri più numeroso, e sino ad oggi non si era mai verificata una situazione analoga a quella attuale. Secondo la denuncia di Asgi, l'ambasciata non sta solo temporeggiando nell'emissione dei visti – come sta facendo anche per Gaza – ma ha bloccato a monte la possibilità di fare domanda per ottenerli.

Quest'anno l’ambasciata ha comunicato l’apertura delle prenotazioni per l'ottenimento del visto lo scorso 2 maggio e l'ha richiusa dopo appena 6 giorni, per riaprirla solo il 30 novembre, che però è anche il termine per la presentazione delle domande, rendendo così di fatto impossibile avviare l'iter per la maggior parte degli studenti. Il prossimo anno accademico 2025-2026 potrebbe essere il primo in cui non ci saranno nuovi studenti iraniani.

Il Tribunale di Torino ha quindi emesso un'ordinanza esecutiva in forza della quale ha ordinato al Ministero degli Affari Esteri di fissare immediatamente gli appuntamenti per il rilascio del visto. "È una discriminazione nei confronti degli iraniani che hanno diritto almeno che si esamini la loro domanda di visto. Sulla base di questo il giudice ha accolto il ricorso – spiega Guariso che per Asgi è responsabile proprio del servizio anti-discriminazione – Questo tipo di provvedimenti possono portare a una sanzione penale per il Ministro o il funzionario che non esegue gli ordini del giudice".

L'ordinanza del Tribunale di Torino non riguarda però solo lo studente iraniano che ha presentato il ricorso, ma le centinaia di connazionali nella sua stessa situazione, come sottolinea l'avvocata Fierro: "Sono numerosi gli iraniani esclusi dalla possibilità di fare domanda per il visto, si tratta infatti di un'azione collettiva e non solo individuale".

La giudice, come si legge nell'ordinanza, ordina infatti all'ambasciata italiana in Iran, in quanto emanazione del Ministero degli Esteri, di fissare l'appuntamento "per il ricorrente e per gli studenti universitari iraniani che ne abbiano fatto richiesta via mail o con qualsiasi altra forma idonea a rendere evidente la loro volontà di presentare richiesta di visto". L'appuntamento deve essere fissato entro il 30 novembre 2025 o comunque in tempo utile per consentire l'ingresso per la frequenza dell'anno accademico.

A seguito della pronuncia gli avvocati si sono immediatamente attivati: "Abbiamo mandato subito una richiesta via pec all'ambasciata in cui c'è più che una richiesta, ma un'intimazione ad adempiere all'ordinanza il più in fretta possibile", fa sapere Fierro.

Gli avvocati: "Mai verificata una simile inefficienza"

Nel frattempo, gli studenti iraniani che sono già in Italia hanno creato una rete con i loro concittadini e inviato una raffica di email all'ambasciata chiedendo spiegazioni e la proroga dei termini per presentare domanda per il visto. Tutto quello che hanno ottenuto però è un "messaggio automatico del tutto incomprensibile – fa sapere Guariso – in cui si diceva che le domande per il  visto si erano chiuse a novembre 2024, cioè l'anno precedente!".

"Gli studenti hanno sempre avuto difficoltà – chiarisce – però, come dimostra il fatto che in 3 mila l'anno sono riusciti a entrare, non si è mai verificata una inefficienza simile. Con questi termini nessuno potrà entrare perché sei giorni per presentare la domanda sono troppo pochi".

L'Italia però non è nuova a simili problematiche. "Il problema dei ritardi dell'ambasciata è noto e riguarda non solo gli studenti, ma anche i visti per lavoro e quelli per il congiungimento familiare. In generale si tratta di una situazione gravissima – sottolinea l'avvocato di Asgi – C'è un problema di inefficienza amministrativa e ovviamente c'entra anche con la volontà politica".

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