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Strage di Corinaldo, ultime notizie

Strage di Corinaldo, il papà di Emma: “Sbloccate il telefono, voglio le sue foto”

“Condividere i suoi ultimi respiri per noi è l’unico modo per stare ancora con lei” ha dichiarato il papà di Emma Fabini, la 14enne deceduta nell’inferno della discoteca di Corinaldo insieme ad altri quattro giovani e una donna un anno fa. Da quel giorno lo smartphone è completamente bloccato perché nessuno conosce la password.
A cura di Antonio Palma
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Quel telefono aveva squillato a lungo a vuoto quella terribile notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018 quando le prime notizie della tragedia di Corinaldo si erano diffuse sui media nazionali e i parenti cercavano rassicurazioni sui loro ragazzi ma ora proprio quello smartphone è diventato muto per sempre quando invece i genitori di Emma Fabini vorrebbero che continuasse a parlare e a raccontare gli ultimi istanti e gli ultimi momenti di vita della figlia 14enne deceduta nell’inferno della discoteca insieme ad altri quattro giovani di età compresa tra 14 e 16 anni e una donna di 39 anni. La Famiglia Fabini vorrebbe tornare a usare quel cellulare senza cambiare nulla, che un caro ricordo di Emma, ma da quel giorno lo smartphone è completamente bloccato perché nessuno conosce la password. “Mi piacerebbe leggere i suoi messaggi, magari non ancora spediti, vedere le sue ultime foto", ha raccontato il papà di Emma che ogni giorno guarda quel cellulare ricevuto indietro dalle forze dell'ordine senza poterci fare nulla. Come racconta Repubblica, la famiglia ha fatto di tutto e provato in mille modi ad accedere ma tutto si è rivelato inutile.

Hanno provato con altre password note di altri account, con combinazioni di date di nascite e nomi ma nulla è stato in grado di aprile il software. Ovviamente si son rivolti anche al produttore, la Apple, che però non ha saputo aiutarli. “Ci hanno detto solo che si può azzerare tutto e riusare il telefonino. Ma è proprio quello che non vogliamo", ha sottolineato papà Fazio. In un ultimo estremo tentativo si sono affidati anche a un tecnico specializzato ma senza successo. Quello che disturba la famiglia è che la polizia è riuscita invece ad aprire un iPhone analogo a quello della 14enne che era utile alle indagini, invece su quello di Emma, non ritenuto utile a fini investigativi,  si è deciso di non proseguire e riconsegnarlo alla famiglia.

“Aveva appena 14 anni, la sua vita è stata corta, condividere i suoi ultimi respiri per noi è l'unico modo per stare ancora con lei" ha dichiarato il papà della ragazzina. “Mi piacerebbe leggere i suoi messaggi, magari non ancora spediti, vedere le sue ultime foto", ha aggiunto l’uomo che quell'iPhone lo aveva comprato per regalarlo alla filgia come premio dopo l'esame di terza media. “Alla Polizia postale ci hanno detto che una società di Monaco di Baviera può fare quest'operazione per 3mila euro. Un conto è se Apple senza codice è inviolabile, un altro è se è solo una questione di prezzo. Nei cellulari degli indagati la polizia è entrata, quello di Emma, non più necessario per le indagini, resta secretato” ha sottolineato Fazio Fabini , concludendo: “Vorremmo solo rivedere il sorriso di Emma, recuperare quell'ultima notte, forse anche il suo viaggio a Londra. Ritrovare i suoi ultimi mesi".

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