142 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Strage di Bologna, nella tomba di Maria Fresu trovati i DNA di due persone

I resti organici contenuti nella bara della giovane Maria Fresu, una delle 85 vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980, sarebbero di due persone diverse. I resti della 24enne – l’unica ufficialmente “disintegrata” dagli effetti dell’esplosione – sono stati riesumati lo scorso 25 marzo scorso dai periti incaricati dalla Corte d’Assise di Bologna che sta processando l’ex terrorista Gilberto Cavallini.
A cura di Davide Falcioni
142 CONDIVISIONI
Immagine

I resti organici contenuti nella bara della giovane Maria Fresu, una delle 85 vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980, apparterrebbero a due persone diverse. Lo rende noto l'agenzia stampa Adnkronos ricordando che i resti della 24enne – l'unica ufficialmente "disintegrata" dagli effetti dell'esplosione – sono stati riesumati lo scorso 25 marzo scorso dai periti incaricati dalla Corte d'Assise di Bologna che sta processando l'ex terrorista Gilberto Cavallini. E' stata la biologa genetico forense Elena Pilli, capitano del Ris dei carabinieri di Roma, a comunicare ieri la scoperta ai periti delle parti, convocati al Dipartimento di Biologia Evoluzionistica dell'Università di Firenze. Pilli è riuscita a estrarre 24 marcatori – ne occorrono almeno 9 – dei profili del Dna nucleare e mitocondriale dal materiale consegnatole e ufficialmente attribuito alla Fresu.

Il Dna mitocondriale identifica un numero di persone che discendono dalla stessa linea femminile, mentre il Dna nucleare definisce un unico individuo. Il materiale organico analizzato dalla biologa genetico-forense Elena Pilli – un lembo facciale , un piccolo scalpo con una chioma nera, un frammento parziale delle dita della mano destra, e un frammento di mandibola in prossimità del mento con alcuni denti – sarà comparato, nei prossimi giorni, con il Dna di due familiari di Maria Fresu che hanno dichiarato di essere disponibili: il fratello Bellino e la sorella Isabella, che sono stati convocati oggi presso il Dipartimento di Biologia Evoluzionistica dell'Università di Firenze dal perito della Corte per procedere al prelievo salivare del Dna.

La perizia si è resa necessaria per una serie di incongruenze sulla sorte della giovane donna scomparsa nella strage di Bologna. La teoria che i difensori dei terroristi neri ipotizzano è l'esistenza di un'altra vittima mai accertata prima che, nella loro ricostruzione di parte, potrebbe essere tra gli esecutori materiali dell'attentato (per il quale sono già stati condannati i neofascisti Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini). Ciò permetterebbe loro di riaprire la tesi del terrorismo internazionale, finora sempre scartata.

142 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views