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Incidente Funivia Stresa-Mottarone

Strage del Mottarone, nel 2015 ex consigliere denunciò: “Rottame impresentabile e freni bloccati”

Alfredo Macrì Del Giudice presentò un esposto nel 2015. “Io, con i miei occhi, non ho mai visto i forchettoni inseriti ma da quel giorno non sono mai più salito sulla funivia del Mottarone”.
A cura di Davide Falcioni
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Era il dicembre del 2015 quando scrisse un esposto, indirizzato alla Procura di Torino, denunciando ciò che gli era stato riferito da due persone che lavoravano alla funivia del Mottarone, ovvero che in alcune occasioni il freno di emergenza della cabina sarebbe stato mantenuto non funzionante, ‘bloccato' con i forchettoni.

Alfredo Macrì Del Giudice, questo il nome dell'autore della denuncia, come riporta La Stampa, all'epoca era consigliere di minoranza del comune di Stresa. "Io, con i miei occhi, non ho mai visto i forchettoni inseriti – ha aggiunto l'uomo all'ANSA – ma da quel giorno non sono mai più salito sulla funivia del Mottarone. Quando è successa la disgrazia ho pensato subito a quell'esposto: mi è preso un nodo alla gola e alla stomaco tremendo e ne ho immediatamente mandata copia ai carabinieri di Stresa e alla Procura di Verbania".

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Il documento è tra gli atti di indagine sull'incidente, avvenuto il 23 maggio 2021 e costato la vita a 14 turisti, per i quali sono indagate sei persone e due società. Nell'esposto Macrì Del Giudice, oltre a indicare che il freno di emergenza era bloccato, definiva la funivia del Mottarone un "rottame impresentabile", evidenziando lo "stato di incuria", il fatto che il concessionario avrebbe "tralasciato forma di manutenzione".

Nella denuncia l'uomo, già dirigente della polizia locale poi per due volte candidato sindaco, indicava anche i nominativi di due possibili testi, due dipendenti della funivia. Poiché l’ex comandante dei vigili faceva ampio riferimento, oltre che ai temi della sicurezza, anche ad altri aspetti a suo dire non chiari della gara di appalto per la revisione generale della funivia e la gestione della stessa, i magistrati torinesi aprirono un fascicolo esclusivamente per “turbata libertà degli incanti”. Quanto alle presunte inadempienze nella manutenzione dell'impianto invec non sarebbe stata fatta alcuna verifica

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