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Strage di Corinaldo, ultime notizie

Strage Corinaldo, il papà di una delle vittime: “Le stelle di Sfera Ebbasta non ci rappresentano”

Più di un mese dopo la tragedia alla discoteca “Lanterna Azzurra” di Corinaldo, dove la notte tra il 7 e l’8 dicembre 6 persone sono morte mentre aspettavano l’arrivo del trapper Stera Ebbasta, parla il papà di una delle vittime, il quindicenne Mattia Orlandi: “Personaggi inseriti nella nostra quotidianità hanno avuto il coraggio di speculare sulla vita di questi poveri martiri”.
A cura di Susanna Picone
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A oltre un mese dalla tragedia di Corinaldo, dove sei persone sono rimaste uccise nella discoteca “Lanterna Azzurra” vicino Ancona prima dell’esibizione di Sfera Ebbasta, parla il padre di una delle giovanissime vittime di quella strage. È Giuseppe Orlandi, che la notte tra il 7 e l’8 dicembre scorso ha perso il figlio Mattia di quindici anni. L’uomo ha parlato col quotidiano Il Resto del Carlino di quella tragica notte e lo ha fatto a distanza di più di un mese nel momento in cui si è accorto “che esistono dei personaggi inseriti nella nostra quotidianità, nel nostro tessuto sociale, a nostra insaputa che hanno avuto il coraggio di speculare sulla vita di questi poveri martiri”. Il papà di Mattia ha parlato, tra le varie cose, di Sfera Ebbasta, il trapper che centinaia di ragazzini aspettavano quella notte a Corinaldo. Com’è noto, dopo la tragedia, il cantante si è tatuato sei stelline sulla fronte per ricordare le sei vittime. “Quella stella tatuata sulla fronte non ci appartiene”, ha dichiarato l’uomo dicendo di parlare a nome della sua famiglia ma anche degli altri genitori dei ragazzi morti e del marito di Eleonora. “Quelle stelline non ci rappresentano. La stella di mio figlio non brilla più e nemmeno quella delle altre vittime”, ha spiegato.

"Non si può morire partecipando a un concerto" – Ha detto di vedere suo figlio come un “martire”, di ragazzi che “saranno ricordati per la sciagurata fine che hanno fatto proprio come dei martiri”. “Spero solo – ha aggiunto – che quei lunghi attimi atroci siano per loro passati velocemente, non si può parlare di destino”. Riguardo le responsabilità di quanto accaduto la notte tra il 7 e l’8 dicembre a Corinaldo, il padre di Mattia ha detto solo di augurarsi che i colpevoli paghino con la giusta pena che sarà loro inflitta. E che i responsabili “riescano a sentire nella propria anima quello che sentiamo noi genitori. A patto che un’anima ce l’abbiano”. “Quello che mi preme rimarcare è che sicuramente qualcosa non ha funzionato. Ci sono Enti che dovrebbero vigilare e tutelare chi decide di passare una serata in compagnia, perché non si può perdere la vita per partecipare a un concerto. I giovani sono il nostro futuro, e vanno tutelati”, ha chiarito.

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