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Soldi a minorenni in cambio di foto intime: condannato a sei anni professore universitario

Il 23 maggio il Tribunale di Macerata si è espresso in merito ai fatti accaduti nel 2013: il professore universitario di origini messinesi è stato condannato a sei anni di reclusione per pornografia minorile. Gli avvocati difensori: “Presenteremo ricorso in Appello”.
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Adescava ragazzi minorenni in rete e si faceva mandare foto intime dietro pagamento di denaro: è stato condannato per pornografia minorile un professore universitario attualmente 43enne.

Il 23 maggio la sentenza, emessa dal Tribunale di Macerata: sei anni di reclusione. Secondo l’accusa sostenuta dalla procura distrettuale di Ancona e dalla polizia postale, il docente universitario di origini messinesi aveva creato un falso profilo su Facebook appositamente per adescare i ragazzi, solitamente di origine straniera.

Una volta ottenuta la loro fiducia virtuale, cominciava a mandare in chat foto che lo ritraevano nel mezzo di pratiche sessuali. Non solo: in cambio di denaro elargito attraverso il canale Western Union, ai ragazzi chiedeva foto intime, senza vestiti e con i genitali in vista.

I fatti risalgono al 2013 e secondo l’accusa sarebbero quattro in totale i ragazzi coinvolti, tutti maschi e di origine straniera. La condanna per pornografia minorile, però, è relativa solo a una delle quattro presunte vittime.

Questa rete era cominciata a venire alla luce in seguito alla denuncia della scomparsa di un ragazzo di origini macedoni: la sorella, che si trovava in Macedonia, aveva segnalato alle autorità locali di non riuscire più a mettersi in contatto con il fratello, che si era trasferito in Germania per lavoro.

All’interno dell’indagine internazionale che ne era scaturita, tramite l’analisi del computer e del cellulare del ragazzo scomparso – poi trovato privo di vita in Germania – era emersa una rete di contatti che, tra gli altri, aveva portato al professore siciliano e alle sue illegali richieste.

Sempre attraverso questo lavoro di ricostruzione, gli inquirenti avevano scoperto che il professore era solito accedere con questo falso profilo Facebook durante le sue permanenze a Macerata, dove si recava per motivi accademici, visto che teneva là dei corsi all’università. Per questo motivo il processo a suo carico si è tenuto proprio nella città marchigiana.

Durante l’ultima udienza di martedì 23 maggio, il pm Ruggiero Di Cuonzo ha chiesto per l’imputato la condanna a sei anni e mezzo di reclusione; al contrario, gli avvocati difensori, Vittoria Fazio ed Ernesto Parisi, hanno chiesto l’assoluzione del loro assistito, facendo leva sul fatto che tre dei quattro ragazzi erano già maggiorenni, mentre all’ultimo mancavano ormai pochi mesi. Inoltre, nel computer dell’imputato non sono state trovate prove rilevanti – né foto né tracce dei pagamenti – ma solo alcuni messaggi.

Alla fine della giornata, il presidente del collegio, il giudice Roberto Evangelisti, ha esposto la sentenza: il professore è stato condannato a sei anni per pornografia minorile nei confronti di uno solo dei ragazzi, mentre tutte le altre accuse sono cadute con la formula “perché il fatto non sussiste”.

“Una volta lette le motivazioni, presenteremo il ricorso in Appello”, la risposta degli avvocati difensori.

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