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Sindacalisti arrestati, proteste USB e Si Cobas a Bologna: “Così si criminalizzano le lotte sindacali”

A Bologna e in altre diverse città d’Italia i sindacati di base sono scesi in piazza per protestare contro le otto misure cautelari emesse a Piacenza nei confronti di altrettanti delegati Si Cobas e USB. “Così si criminalizzano le lotte sindacali”, tuonano i manifestanti.
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Proteste USB e Si Cobas a Bologna, 20 luglio 2022
Proteste USB e Si Cobas a Bologna, 20 luglio 2022

Proteste in diverse piazze d'Italia, tra cui Bologna, per le 8 misure cautelari emesse a Piacenza nei confronti di altrettanti esponenti sindacali Usb e Si Cobas, accusati dalla Procura di diversi reati, tra cui associazione a delinquere. Nel capoluogo emiliano-romagnolo Si Cobas e Usb, sostenuti anche da Potere al Popolo, hanno manifestato davanti alla sede della Prefettura, chiedendo "il rilascio immediato" dei loro colleghi e accusando chi ha condotto le indagini di "criminalizzare l'attività sindacale". "Abbiamo utilizzato la nostra forza contro la violenza dei padroni – ha tuonato Tiziando Loreti, sindacalista Si Cobas – e contro la violenza di chi per anni ha tenuto i lavoratori in condizioni di semi-schiavitù, con bassi stipendi, 16 ore di lavoro al giorno e cercando di predisporre non solo delle loro attività lavorative, ma anche delle loro vite. Questa è la colpa dei sindacati di base”.

"Quello che più ci fa arrabbiare – ha continuato – è che i testimoni contro i nostri compagni sono per lo più padroni di cooperative e di altre società, pluri-indagati, pregiudicati già condannati proprio dai vostri tribunali”. Loreti ha poi puntato il dito contro la Procura di Piacenza: "C'è da sottolineare – ha detto – la fantasia di un pubblico ministero che decide attraverso fatti inventati quali sono le modalità del conflitto ed il perimetro entro cui le attività sindacali devono stare, che secondo lei sono quelle dei sindacati confederali".

"Dalle 350 pagine di ordinanza quello che emerge è la costruzione di un teorema della Procura di Piacenza, che sostanzialmente va a configurare il reato di sindacato", ha aggiunto Fabio Perretta, delegato USB. "L'associazione a delinquere imposta ai rappresentanti sindacali alla base di una presunta attività di estorsione da parte del sindacato. Noi contestiamo questo fatto, e anzi diciamo che il sindacato estorce condizioni di lavoro migliori per i lavoratori ai datori di lavoro, estorce salario, ma questa ‘estorsione' per così dire è tutelata dalla Costituzione quando si sancisce il diritto di associazione sindacale". E continua: "Noi siamo qui a chiedere innanzitutto l'immediato rilascio per fatti che nulla hanno a che fare con l'attività sindacale.

I rappresentanti legali degli indagati fanno sapere che tra giovedì 21 luglio e venerdì 22 si terranno gli interrogatori di garanzia per tutti e otto i sindacalisti (giovedì i Si Cobas mentre venerdì sarà il turno di USB) e in seguito verrà chiesto il riesame al Tribunale di Bologna. Intervistata da Fanpage.it, l'avvocata dei delegati Si Cobas, Marina Prosperi, ha definito "infondate" le accuse della Procura di Piacenza (mentre Marco Lucentini, legale dei delegati Usb le aveva definite "strumentali"). "È singolare che un'associazione abbia lo stesso programma, tra l'altro criminoso di un'altra associazione – dice Prosperi – ma soprattutto è singolare che due associazioni sindacali siano state in qualche modo definite come associazione a delinquere per fare le stesse cose, negli stessi posti e l'una contro l'altra". "Contesteremo con forza questa impostazione in sede di interrogatorio di garanzia – conclude Prosperi – e sottolineeremo che l'attività sindacale è libera e garantita costituzionalmente e che le attività che pone in essere un sindacato non sono reati, non si tratta di violenza privata, ma di scioperi".

Intanto, i sindacati di base hanno indetto per sabato 23 luglio una grande manifestazione a Piacenza. "Ci faremo sentire – avverte Loreti – non sarà una passeggiata".

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