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Simone muore a 27 anni in un incidente, dona organi a 12 persone: “Ha dato speranza a chi lottava per la vita”

Simone Mazzocchin è morto a 27 anni lo scorso 12 maggio a causa delle ferite riportate in un grave incidente stradale. Quando era ancora in vita, il giovane aveva manifestato l’intenzione di donare gli organi nel caso fosse deceduto. E così è stato: a 12 pazienti ha regalato una nuova vita.
A cura di Eleonora Panseri
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Simone Mazzocchin, 27 anni.
Simone Mazzocchin, 27 anni.

Simone Mazzocchin è morto a 27 anni lo scorso 12 maggio, dopo due giorni di agonia nel reparto di rianimazione dell'ospedale San Bortolo di Vicenza. Il giovane è deceduto a causa delle ferite riportate in un grave incidente stradale nel quale era rimasto coinvolto.

Il 27enne, in sella alla sua moto, stava percorrendo la provinciale 69, in via Montegoggio, da Fara Vicentino verso Breganze, quando, all'imbocco di una curva, ha perso il controllo del mezzo ed è caduto a terra, sbattendo violentemente contro il guardrail.

La sua perdita ha causato grande dolore ai familiari ma ha anche dato a 12 pazienti (tra cui anche alcuni bimbi) una nuova vita. Infatti, nonostante fosse giovanissimo, il 27enne aveva manifestato l'intenzione di donare gli organi nel caso avesse perso la vita. E così è stato.

Come riporta il Corriere del Veneto, il cuore, i reni, il fegato, i polmoni, gli occhi, il pancreas e i tessuti del ragazzo sono stati donati ad altre persone attraverso un trapianto record avvenuto nelle scorse settimane all'Usl 8.

A dare la notizia è stata l'azienda sanitaria berica: in un lungo post pubblicato su Facebook ha raccontato l'accaduto e omaggiato il giovane donatore.

Dopo il decesso del ragazzo, si è "subito attivata la complessa macchina organizzativa che ha permesso di donare speranza nella vita a 12 persone", si legge nel post dell'Usl.

A Vicenza sono arrivati professionisti da quattro grandi ospedali, Roma, Milano, Pisa e Padova, e gli interventi sono durati diverse ore, mettendo alla prova i team di specialisti che si sono lanciati in questa impresa.

"Il nostro primo compito è quello di salvare la vita ai pazienti che arrivano nel nostro reparto – ha spiegato il primario di Rianimazione del San Bortolo, Vinicio Danzi, in un’intervista a Tva – ma non sempre questo ci risulta possibile".

"Così, quando la natura vince sull’uomo risulta altrettanto importante agire per ridare la vita ad altri. – ha aggiunto – In questo senso il caso di Simone è emblematico perché dimostra che si può pensare al bene del prossimo anche a vent’anni, quando la fine della propria vita è solitamente l’ultimo dei propri pensieri".

Il post pubblicato sui social si conclude così: quello della donazione è stato un gesto "che rende onore a questo ragazzo che con la sua generosità ha dato speranza a chi stava lottando per la vita".

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