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Si fingono giornalisti per non pagare il conto della vacanza di lusso alle Tremiti

Si fingono giornalisti per trascorrere cinque giorni all’insegna del lusso in un albergo dell’isola di San Domino alle Tremiti. La finta troupe composta da quattro persone già note alla polizia ha abbandonato la struttura dopo cinque giorni di soggiorno senza saldare il conto di circa 800 euro. Sono stati tutti denunciati.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sicuramente è un paradiso quello dell'isola di San Domino alle Tremiti, l'arcipelago che si trova in Puglia. Tuttavia, la lecita voglia di vacanze suscitata dalle meraviglie del posto non giustifica la fuga dopo una settimana di soggiorno di quattro individui che si sono finti giornalisti pur di non pagare l'albergo. 

Ad agosto scorso, tre uomini e una donna della provincia di Foggia, già noti alla polizia, hanno fatto intendere sin dalla prenotazione di essere giornalisti specializzati nel settore turistico, incaricati di realizzare un servizio dedicato alle Tremiti. Così, per circa una settimana, hanno usufruito di vitto, alloggio e ombrellone in spiaggia, fingendo di realizzare foto e riprese. Dopo cinque giorni, però, l'improvvisata troupe ha abbandonato la struttura senza pagare il conto di circa 800 euro. I gestori dell'albergo, a quel punto, hanno denunciato quanto accaduto alle autorità che proprio pochi giorni fa hanno proposto l'emissione del foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nell'arcipelago.

Casi simili

Non è certo la prima volta che si parla di truffe ai danni di albergatori o locali della movida. A Riccione, un 19enne ha trascorso cinque giorni di lusso e follia utilizzando carte di credito clonate per saldare i conti salatissimi. Si presentava come medico, autista, infermiere o soccorritore, addirittura come poliziotto. Il tutto è stato scoperto al saldo di 2.000 euro spesi in un albergo di lusso, quando il vero titolare della carta ha ricevuto la notifica di addebito e ha dato l'allarme. Il giovane di 19 anni aveva acquisito i dati delle carte di credito quando lavorava nella reception di un albergo riccionese, all'inizio di agosto. Nel bagagliaio dell'auto, aveva tutto l'occorrente per fingersi di volta in volta chi preferiva. Addirittura una divisa da soccorritore del 118 e diversi distintivi identificativi.

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