Segregata in casa e torturata con machete e katana: salvata a Modena dopo due giorni da incubo

Un orrore silenzioso, durato giorni, culminato in un intervento urgente dei Carabinieri.
Il 9 maggio 2025, su richiesta della Procura della Repubblica di Modena, i militari della Compagnia locale hanno arrestato un uomo di 41 anni, originario della Repubblica Dominicana, dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Il provvedimento, firmato dal G.I.P. del Tribunale di Modena su impulso del Pubblico Ministero, scaturisce da un’indagine lampo ma drammatica: l’uomo è gravemente indiziato di aver commesso una serie di reati raccapriccianti – lesioni personali aggravate, rapina aggravata, atti persecutori e persino sequestro di persona.
L'incubo iniziato con un sequestro a Modena
Tutto ha avuto inizio il 4 maggio, in quello che doveva essere un giorno qualunque. Ma per la vittima, compagna dell’uomo, è stato l’inizio di un incubo. Dopo settimane, forse mesi, di persecuzioni e minacce, l’uomo è passato all’azione: le ha sottratto il cellulare, i documenti, ogni possibilità di chiedere aiuto.
Poi l’ha costretta a salire in auto e l’ha portata via per ore, vagando per le campagne modenesi, mentre le urlava frasi di morte e vendetta. Alla fine, l’ha rinchiusa nella sua abitazione, chiudendola a chiave in una stanza e privandola della libertà.
La prigionia: botte, umiliazioni e terrore
Per due giorni la donna è rimasta segregata, sorvegliata costantemente, trattata come un oggetto, un prigioniero, non come un essere umano. È stata costretta a usare una scodella come bagno, privata di ogni dignità.
Ma il peggio è arrivato con le violenze: l’uomo l’ha colpita con il dorso di un machete, con il manico di una katana, l’ha morsa, l’ha tirata per i capelli fino a strapparle intere ciocche, infliggendole dolore fisico e psicologico. Le sue ferite parlano da sole: trauma cranico, frattura del setto nasale, ecchimosi e lesioni multiple. La prognosi iniziale parla di almeno 30 giorni di cure.
La fuga e la svolta
La svolta è arrivata il 6 maggio. In un momento di lucida disperazione, la donna ha atteso che il suo aguzzino si addormentasse. Gli ha sottratto le chiavi, ha recuperato il cellulare nascosto sotto un materasso ed è riuscita a fuggire. Ha raggiunto un’amica, che l’ha portata subito al pronto soccorso. Lì, tra le lacrime e le ferite, è scattato l’allarme: i medici hanno avvisato i Carabinieri, che si sono attivati immediatamente.
L’arresto e le indagini
Grazie alla tempestività dell’intervento, i militari hanno raccolto in poche ore elementi di prova fondamentali. Hanno ricostruito i fatti, ascoltato la testimonianza della vittima e avviato tutti i riscontri necessari. Il quadro emerso era inequivocabile: l’uomo andava fermato, subito.
La richiesta della custodia cautelare è stata accolta in tempi rapidissimi. Ora il 41enne si trova rinchiuso in carcere, in attesa dell’evoluzione del procedimento penale.