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Scuola, in Veneto licenziate 500 insegnanti senza laurea. Altre 1.300 a rischio

In seguito a una sentenza del Consiglio di Stato 500 insegnanti sono state già licenziate. Nel frattempo in tutta la regione le scuole soffrono una grave carenza di personale.
A cura di Davide Falcioni
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Cinquecento insegnanti sprovvisti  di laurea sono già stati licenziati in Veneto e altri 1.300 rischiano di perdere il lavoro. A deciderlo il Consiglio di Stato, con una sentenza che penalizza fortemente educatori ed educatrici in possesso di diploma magistrale ma privi della laurea in Scienze della Formazione primaria, titolo di studio che fino al 2001 non era necessario per essere stabilizzati. A renderlo noto il Corriere del Veneto, spiegando che in tutta la regione sono circa 7mila le maestre senza laurea, che tuttavia insegnano da anni nelle scuole primarie e dell’infanzia, destinate a supplenze e a coprire buchi di organico. Alcune di loro avevano presentato ricorso, chiedendo l’assunzione a tempo indeterminato. In 1.800 l’avevano ottenuta, ma con riserva, cioè in attesa che il Consiglio di Stato si esprimesse in merito alla loro situazione. Ora il loro destino, a meno che non intervengano cambiamenti, sembra essere quello del precariato a vita, mentre per 500 sono scattate già le lettere di licenziamento.

Nel frattempo a poche settimane dal suono della prima campanella dell'anno scolastico 2019-2020 nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo e secondo grado della regione mancano 7.821 insegnanti, di cui 2.284 di sostegno. Le province più in difficoltà sono Treviso e Venezia, dove mancano rispettivamente 1.012 e 1.155 insegnanti ordinari e 282 e 440 insegnanti di sostegno. Ma i posti vuoti in cattedra si fanno sentire anche a Verona (1.404 cattedre scoperte) e Vicenza (1.508, con il record di 547 vacanze nel sostegno). "Alla strutturale mancanza di programmazione nella scuola, a cui nessun governo ha saputo porre rimedio – ha commentato l’assessore regionale all’istruzione e formazione Elena Donazzan – si aggiunge quest’anno il problema degli insegnanti precari storici, o entrati di recente in ruolo, che sono stati cancellati dalle graduatorie, come il caso dei diplomati magistrali, e che tornano più precari di prima, inseriti nelle sole graduatorie di istituto che non possono dare la prospettiva dell’entrata in ruolo".

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