Scomparsa Cinzia Pinna, l’imprenditore Emanuele Ragnedda indagato per omicidio: “Ha fatto prime ammissioni”

Avrebbe fatto "prime ammissioni" agli inquirenti Emanuele Ragnedda, 41 anni, imprenditore vinicolo indagato per omicidio nell'ambito dell'inchiesta sulla scomparsa di Cinzia Pinna.
Nelle scorse ore l'uomo è stato condotto in caserma dai Carabinieri ed è stato ascoltato a lungo, come confermato da fonti informate delle indagini a Fanpage.it. Potrebbero a breve venir formalizzate misure nei suoi confronti.
In mattinata il 41enne era partito dal porticciolo di Cannigione sul suo gommone diretto a Baja Sardinia, dove c'è la casa di famiglia, ma durante il viaggio si è schiantato sugli scogli. A quel punto sarebbe intervenuta la Guardia costiera, successivamente l'imprenditore è stato raggiunto dai Carabinieri e trasferito in caserma per l'interrogatorio.
Una volta terminato l'imprenditore è andato con gli inquirenti nella tenuta di sua proprietà, nelle campagne tra Arzachena e Palau, per ulteriori accertamenti e starebbe nuovamente rientrando in caserma. Come confermato dalle fonti, l'uomo starebbe collaborando con i Carabinieri e avrebbe anche indicato dove si trova il corpo della donna.
Nell'inchiesta risulta indagato anche un 26enne con l'accusa di occultamento di cadavere. Della 33enne di Castelsardo si sono perse le tracce nella notte tra l'11 e il 12 settembre, quando è stata vista per l'ultima volta in un locale di Palau insieme a Ragnedda.
Intanto, accertamenti irripetibili sono stati svolti dai Carabinieri del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Cagliari in una tenuta di proprietà di Ragnedda, che comprende 70 ettari di vigneto. In particolare, i militari hanno lavorato nell'abitazione all'interno della vasta tenuta, dove potrebbe essere maturato il delitto.
Figlio e nipote di una nota famiglia di viticoltori, il 41enne aveva seguito le orme dei genitori fondando l'azienda ConcaEntosa, diventata nota per il Vermentino "Disco Volante" Igt 2021, venduto fino a 1.800 euro a bottiglia.
L'indagine, diretta dalla Procura di Tempio Pausania, sta tentando di ricostruire gli istanti precedenti alla scomparsa. Gli inquirenti hanno sequestrato diversi telefoni cellulari e un'arma da fuoco, che, riportano diverse fonti, saranno oggetto di analisi.
Ci sarebbero anche dei video, ripresi da alcune telecamere di videosorveglianza, nei quali si vedrebbe la 33enne avvicinarsi e salire a bordo di un'auto, risultata poi essere di proprietà di Ragnedda.
La scomparsa della 33enne era stata subito denunciata dai suoi familiari. La segnalazione aveva fatto scattare le ricerche, in cui erano stati coinvolti Vigili del fuoco, Protezione civile e Carabinieri. Sui social la sorella di Pinna aveva diffuso numerosi appelli chiedendo a chiunque avesse informazioni di mettersi in contatto con lei.