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Delitto di Avetrana: l'omicidio di Sarah Scazzi

“Sarah Scazzi non morì strangolata”

A Taranto va in scena la prima udienza del 2013 per il processo Scazzi: dinanzi ai giudici c’è il professor Paolo Arbatello, luminare di medicina legale e consulente della difesa di Sabrina Misseri. Secondo lui la giovane Sarah potrebbe essere stata impiccata.
A cura di Susanna Picone
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A Taranto va in scena la prima udienza del 2013 per il processo Scazzi: dinanzi ai giudici c’è il professor Paolo Arbatello, luminare di medicina legale e consulente della difesa di Sabrina Misseri. Secondo lui la giovane Sarah potrebbe essere stata impiccata.
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Non è detto che Sarah Scazzi sia morta perché strangolata. A Taranto, dinanzi alla Corte d’Assise, va in scena la prima udienza del 2013 relativa al processo per l’omicidio della giovane di Avetrana e, dinanzi ai giudici, va a testimoniare un luminare di medicina legale che mette in dubbio quanto affermato sinora sulla morte di Sarah. Secondo Paolo Arbatello, direttore del Dipartimento di scienze anatomiche, istologiche, medico-legali e dell’apparato locomotore dell’università La Sapienza di Roma, non ci sono elementi sufficienti per dire con certezza che Sarah Scazzi sia morta per strangolamento. Piuttosto, ha aggiunto il professore consulente della difesa della cugina di Sarah Sabrina Misseri, i segni sulla sua cute sono più compatibili con l’impiccamento. Dunque, secondo la difesa di una delle due imputate per l’omicidio della giovane, Sarah Scazzi sarebbe morta impiccata. In questo modo i legali di Sabrina contestano i risultati dell’autopsia effettuata in precedenza dal professor Luigi Strada.

I legali di Sabrina mettono in discussione l’autopsia sul corpo della giovane – Il professor Arbatello ha detto di non essere d’accordo con quanto affermato da Strada, il quale ha sostenuto che la mancanza di ulteriori lesività sulla struttura del collo significava che la vittima morì nell’arco di pochi minuti, massimo due-tre: “Ulteriori lesività – così il consulente di Sabrina – sono impossibili da vedere con il processo di macerazione del corpo immerso in acqua. L’azione omicidiaria, anche se non è un elemento importante, secondo il mio parere è durata almeno quattro-cinque minuti”. Secondo Arbatello le affermazioni del professor Strada, che ha prima detto che i segni sulle braccia di Michele Misseri erano compatibili con due unghiature e poi ha spiegato di essersi sbagliato perché c’erano state lesioni da grattamento che avevano potuto comportare delle modifiche, sono “molto discutibili”.

Presto il calendario che porterà alla sentenza – Quella odierna potrebbe essere l’ultima udienza del dibattimento in corso a Taranto per il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi: sentiti gli ultimi testimoni la Corte dovrà decidere in merito alle richieste di integrazione probatoria presentate dalle parti e, se decidesse di respingerle, dovrà fissare il calendario per la requisitoria dei pubblici ministeri, le arringhe dei legali e la sentenza. Ricordiamo che, al di là di Michele Misseri che continua ad autoaccusarsi del delitto ma che è imputato per concorso in soppressione di cadavere, le due principali imputate per l’omicidio di Sarah sono sua cugina Sabrina e sua zia Cosima Serrano.

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