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Ultime notizie su Sara Pedri, ginecologa scomparsa a Trento

Sara Pedri, reintegrato il dottor Tateo: era stato licenziato dopo la scomparsa della dottoressa

Il primario di ginecologia del Santa Chiara di Trento era accusato di presunti atteggiamenti vessatori nell’ambito della vicenda che riguardava la dottoressa di Forlì scomparsa 2 anni e mezzo fa; dovrà essere reintegrato e gli dovranno essere pagate anche le retribuzioni mancanti di circa 2 anni.
A cura di Biagio Chiariello
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Sara Pedri e Saverio Tateo
Sara Pedri e Saverio Tateo

C'è un colpo di scena nella vicenda di Sara Pedri. Saverio Tateo ha vinto la causa di lavoro contro l’Azienda sanitaria trentina: il primario di ginecologia del Santa Chiara di Trento era finito nella bufera per il caso a seguito delle accuse di mobbing e di maltrattamenti collegate alla vicenda della collega, originaria di Forlì, scomparsa il 4 marzo 2021 all'età di 31 anni e la cui auto fu ritrovata nei pressi del ponte di Mostizzolo, luogo scelto di frequente per gesti estremi.

Perché il primario è stato reintegrato al Santa Chiara di Trento

Licenziato in data 8 novembre 2021, sarà ora reintegrato nel suo incarico precedente all’Azienda provinciale per i servizi sanitari: tornerà a dirigere l’unità di ginecologia. Lo dispone una sentenza del tribunale di Trento, che ha dichiarato illegittimo il provvedimento arrivato due anni fa. La sentenza dispone anche l’obbligo di rifondere le retribuzioni mancanti: stipendi non percepiti per 24 mesi.

“Ci siamo trovati davanti – ha spiegato a il Dolomiti l'avvocato Vincenzo Ferrante – a fronteggiare 17 contestazioni" in gran parte sui presunti atteggiamenti vessatori dell'ex primario, e dopo il parere favorevole della Commissione di garanzia. "Abbiamo avuto moltissime udienze e il giudice le ha analizzate tutte una ad una. Alla fine non c'era materia per il licenziamento” ha aggiunto il legale.

Era stato lo stesso comitato dei garanti ad evidenziare che "le ripetute argomentazioni difensive relative alla complesse criticità cliniche e organizzative affrontate, alla necessità, in quanto responsabile dell'unità operativa, di conseguire e mantenere determinati risultati, nonché all'esigenza di assicurare ai pazienti cure adeguate e tempestive, non giustificano il contestato mancato rispetto delle norme disciplinari e di comportamento da parte del dirigente medico".

La vicenda di Sara Pedri e il licenziamento di Saverio Tateo

Sara Pedri si era trasferita in Trentino dopo aver conseguito la specializzazione a Catanzaro e dopo aver vinto un concorso all’ospedale di Cles. Pochi giorni prima di iniziare il nuovo lavoro, il reparto di ostetricia e ginecologia di Cles era stato chiuso e riorganizzato come reparto Covid. Da quel momento la donna era stata trasferita all’ospedale Santa Chiara di Trento.

Nel giugno 2021, dopo la scomparsa della ginecologa, la procura locale aveva aperto un fascicolo e l’azienda sanitaria trentina avviato un’indagine interna che però inizialmente non aveva riscontrato collegamenti tra la scomparsa di Sara Pedri e “i fatti accaduti nel contesto lavorativo”.

Un mese dopo l'ex Ministro Roberto Speranza aveva inviato ispettori ministeriali nel reparto di ginecologia del nosocomio. Circa dieci giorni dopo, Pier Paolo Benetollo, direttore dell’azienda sanitaria, aveva presentato le proprie dimissioni. Dopo aver ascoltato circa 110 testimonianze, la commissione interna conclude i lavori e nella relazione finale stabilisce che “dalla documentazione emergono fatti oggettivi e una situazione di reparto critica che rendono necessario, a partire da lunedì 12 luglio, il trasferimento” del primario, a cui era intanto stato imposto un periodo di ferie forzate, e della viceprimaria.

Nel novembre 2021 era arrivato il licenziamento del primario Saverio Tateo, che insieme alla viceprimaria Liliana Mereu si era sempre dichiarato estraneo alle accuse. Ora il reintegro.

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