Sara Marzolino travolta e uccisa a 100 all’ora a Genova: forse autista al telefono. C’è il video

Basta un istante, un attimo di esitazione, uno sguardo fugace all’amica che la seguiva pochi passi più indietro. È stato questo brevissimo intervallo di tempo a risultare fatale per Sara Marzolino, 22 anni appena, travolta nella notte in via Buozzi, a Genova, all’altezza dell’incrocio con via Adua, a pochi metri dalla stazione di piazza Principe.
Secondo la prima ricostruzione della sezione infortunistica della polizia locale, Sara stava attraversando la strada fuori dalle strisce pedonali, assieme a un’amica rimasta miracolosamente illesa. Forse stavano cercando di raggiungere la stazione, percorrendo l’arteria nel cuore della città dove, purtroppo, non è raro che i pedoni taglino la strada ignorando il passaggio protetto. Di fronte a loro solo due corsie d’asfalto e un marciapiede. Ma quell’attraversamento, seppur irregolare, non giustifica l’eccesso di velocità con cui sopraggiungeva l’auto.
La Ford Fiesta che ha investito la giovane era intestata a un’agenzia di vigilanza privata ed era guidata da un uomo di 51 anni. Dai primi rilievi sembrerebbe che il veicolo viaggiasse ad almeno 100 chilometri orari: una velocità folle, incompatibile con le condizioni urbane e, tanto più, con un incrocio semaforico. L’impatto è stato violentissimo: il corpo di Sara è stato scaraventato a metri di distanza, mentre l’auto, dopo averla travolta, ha perso il controllo, terminando la corsa contro un semaforo, completamente divelto.
Perché il conducente non ha visto le due ragazze? Questa è la domanda cruciale su cui ora si concentrano le indagini. Il 51enne, risultato negativo all’alcol test, è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio stradale. Uno dei sospetti principali è che potesse essere distratto, forse impegnato al telefono cellulare nel momento dell’impatto. Per questo motivo il suo smartphone è stato sequestrato: gli inquirenti stanno analizzando se fosse attivo o in uso durante quegli attimi drammatici.
A gettare luce sull’intera dinamica sarà probabilmente la telecamera a 360 gradi installata proprio su quell’incrocio. Un dispositivo ad alta tecnologia pensato per garantire la sicurezza stradale e per monitorare in modo dettagliato il flusso di traffico urbano. Le immagini, ora al vaglio degli investigatori, potrebbero chiarire non solo la velocità esatta dell’auto, ma anche i movimenti precisi del veicolo e delle due ragazze, così come eventuali comportamenti del conducente.
Nel frattempo la procura di Genova ha disposto l’autopsia sul corpo della giovane. Un atto necessario, doloroso, ma che servirà a ricostruire nel dettaglio cosa è accaduto in quella tragica manciata di secondi. Una giovane vita spezzata, un dolore che pesa ora come un macigno su chi resta — e un incrocio, quello tra via Buozzi e via Adua, che chiede giustizia e più attenzione.