Sara Campanella, Argentino cercò coltelli sul web mesi prima del femminicidio: si cerca ancora l’arma

Stefano Argentino, in carcere con l'accusa di aver ucciso Sara Campanella il 31 marzo a Messina, avrebbe cercato su internet i coltelli da acquistare per commettere il delitto. Lo confermano fonti investigative a Fanpage.it: l'indagato avrebbe fatto una ricerca ma non sarebbe ancora chiara la tempistica esatta. Questo però basterebbe alla Procura per continuare a contestare a Stefano Argentino l'aggravante della premeditazione. Ma c'è di più: il medico legale avrebbe confermato durante l'autopsia che il tipo di coltello cercato online sarebbe compatibile alle ferite sul corpo della vittima. Al momento però si cerca ancora l'arma del delitto. In un primo momento i carabinieri avevano trovato a circa 200 metri dal luogo del delitto un coltello, ma una volta analizzato hanno escluso che si trattasse di quello usato da Argentino, che nonostante sia reo-confesso non ha mai rivelato dove avrebbe gettato via l'arma.
Intanto ieri 16 giugno si è deciso di procedere con un giudizio immediato con una prima udienza fissata per il prossimo 10 settembre: gli è stato constato le aggravanti di premeditazione, crudeltà e aver agito per motivi abietti e futili.
L'avvocato difensore Giuseppe Cultrera però ha tenuto a precisare: "È ancora troppo presto per poter valutare il da farsi circa la richiesta di riti alternativi in quanto non si è in possesso della discovery, la cui richiesta verrà tempestivamente effettuata nelle prossime ore. La Procura contesta le aggravanti dell’aver agito per motivi abietti e futili, la crudeltà e la premeditazione. Le motivazioni inserite nel provvedimento sono davvero succinte e, secondo il modesto parere di questa difesa, non bastevoli, anche in ordine a una lettura costituzionalmente orientata, a sostenerne l’applicazione. Sarà all’uopo determinante il valido e recente contributo del Supremo Consesso con la sentenza resa per il caso Turetta".
E poi ha aggiunto: "La procura, per quanto noto a questa difesa, dovrebbe essere in possesso di un ampio materiale probatorio, acquisito anche mediante l’estrazione dai cellulari, utile alla valutazione della condotta dell’Argentino e inscindibile dalla stessa, ad oggi a quanto pare non utilizzato. È chiaro che, se così fosse, sarà compito e dovere di questa difesa portarlo all’attenzione della Corte. Si rimette, pertanto, ogni decisione ad un momento successivo alla visione degli atti, ferma restando la decisione di chiedere perizia psichiatrica".