Milano, santone sceglieva donne malate e chiedeva sesso per guarirle: arrestato

Si spacciava per santone e, con la scusa di presunte guarigioni, violentava le donne che sceglieva come sue “pazienti”. È finito questa mattina in manette un uomo di origini danesi che a Milano diceva di essere, appunto, un santone. L’uomo, un operaio 50enne da anni residente nel capoluogo lombardo, è stato arrestato in base a un’ordinanza firmata dal gip Giuseppe Vanore con le accuse di violenze sessuali (per rapporti sessuali con una persona in condizione di inferiorità psichica), lesioni e circonvenzione di incapace ai danni di una donna. Ma sarebbero state diverse le sue vittime, in totale forse quattro. Su alcune di loro però sono in corso ulteriori accertamenti in quanto potrebbero aver avuto il doppio ruolo, secondo gli inquirenti, di vittime e carnefici, ossia potrebbero aver spinto altre donne ad avere rapporti sessuali con l’uomo diventando così delle complici. Anche le violenze sessuali, da quanto si è saputo, avvenivano a casa di una delle vittime-complici. Secondo quanto è stato ricostruito, l’uomo diceva alle sue vittime – donne che avevano dei problemi psicologici – che dovevano fare sesso con lui se desideravano guarire.
Il sedicente santone diceva di agire per conto di San Francesco, Padre Pio, Gesù e Papa Wojtyla – È stato ricostruito che il sedicente santone finito in manette diceva di parlare e di agire a nome di santi e personalità della Chiesa come San Francesco, Padre Pio, Gesù o Papa Wojtyla e, a quanto pare, puntava alle eredità delle sue vittime. In una occasione avrebbe chiesto a una donna 4mila euro e in un’altra avrebbe richiesto addirittura un lascito testamentario. Induceva le vittime a consumare rapporti sessuali non protetti perché in questo modo affermava di “trasmettere l’amore di Dio”. Le indagini nei confronti del finto santone sono nate dalla denuncia della sorella di una vittima, quella per cui l’uomo è stato arrestato, che sarebbe andata da lui fingendosi attratta dai suoi metodi per poi raccontare tutto agli inquirenti. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno e dal pm Luca Gaglio.