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Sanità pubblica, sempre più povera, sempre peggiore

I tagli imposti dal contenimento della spesa pubblica si sono abbattuti come una scure sulla nostra sanità, impoverendola e rendendola meno efficiente: e i risultati si vedono, dalle liste d’attesa sempre più lunghe ai costi crescenti per servizi peggiori.
A cura di Nadia Vitali
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I tagli imposti dal contenimento della spesa pubblica si sono abbattuti come una scure sulla nostra sanità pubblica, impoverendola e rendendola meno efficiente: e i risultati si vedono, dalle liste d'attesa sempre più lunghe ad i costi crescenti per servizi peggiori.

Un paese sempre più vecchio e parecchio malato in cui, per di più, la sanità pubblica con tutte le sue eccellenze sta cadendo sotto i colpi di mannaia dei tagli imposti dal contenimento della spesa pubblica; il XIV Rapporto Pit Salute "Diritto al taglio" presentato a Roma il 10 novembre ha fotografato un'Italia in cui le recenti politiche economiche e sociali stanno letteralmente smantellando il nostro welfare.

Nella relazione elaborata da Cittadinanzattiva-Tribunale del Malato vengono prese in considerazione oltre 20 000 segnalazioni relative al 2010, anno che ha visto un peggioramento tangibile del servizio pubblico praticamente per tutti i cittadini, dipingendo un quadro piuttosto preoccupante della situazione sull'intero territorio nazionale.

Accanto alle "tradizionali lamentele" legate a «presunti errori diagnostici», relativi soprattutto all'area oncologica, tra le prime voci dei problemi degli italiani ci sono le interminabili file d'attesa, aumentate del 15% rispetto al 2009: si può arrivare ad aspettare fino a 15 mesi per effettuare una MOC, rispetto ai 12 del 2009, un anno per una mammografia, otto mesi e mezzo per una ecografia e sei mesi e mezzo per una colonscopia.

Ma le segnalazioni più preoccupanti, che segnano l'oggettivo peggioramento del sistema, sono quelle riguardanti la difficoltà di accesso ai servizi, passate dal 5,5% del 2009 al 10% del 2010: un dato che dipinge un'Italia in cui i livelli di assistenza essenziali non sono più considerati tali. E così, mentre aumentano i costi sostenuti per la prestazione (44%), aumenta anche l'attesa (32,1%)  per la sua erogazione; infine, a causa della chiusura di reparti o strutture, anche la totale assenza di servizio è un fenomeno che ha subito un incremento del 23%.

Sempre peggiore e sempre più costosa: è la sanità di un paese i cui esponenti hanno sottovalutato, più o meno volontariamente, gli effetti devastanti della crisi, cancellando al contempo quei diritti che dovrebbero essere fondamentali per tutti i cittadini di uno stato europeo.

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