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San Gimignano: detenuto uccide compagno di cella con uno sgabello di legno

La tragedia al termine di una lite tra i due, entrambi di nazionalità rumena e dietro le sbarre per omicidio. Il generale del Sappe, il sindacato di polizia penitenziaria: “Situazione ingovernabile, servono rinforzi”.
A cura di Ida Artiaco
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Dramma nel carcere di San Gimignano, in provincia di Siena. Un detenuto ha infatti ucciso il suo compagno di cella colpendolo ripetutamente con uno sgabello di legno, probabilmente al culmine di una lite. Lo ha reso noto il Sappe, il sindacato della polizia penitenziaria, secondo il quale i due protagonisti della vicenda sarebbero entrambi di origine rumena. "Questo episodio dimostra come le carceri siano sempre più ingovernabili. Mai avremmo potuto immaginare di tornare indietro negli anni e che addirittura si arrivasse a un omicidio", fa sapere l'organizzazione nella stessa nota. La vittima, classe 1961, era un ergastolano in carcere per omicidio e al momento della tragedia si trovava da solo insieme al suo aguzzino.

"Uno dei due detenuti – si legge nel comunicato del sindacato -, già conosciuto per il suo stato psicologico, ha ammazzato l'altro recluso colpendolo al capo con uno sgabello. Non si conoscono al momento le ragioni del gesto, che potrebbero essere dovute a piccoli screzi di convivenza o a sgarbi avvenuti fuori dal carcere. Ma questo nessuno ancora può dirlo". Un episodio, questo, che conferma il pessimo stato degli istituti penitenziari nel nostro Paese. Secondo Donato Capece, segretario generale del Sappe, "questo sistema non regge più, è farraginoso. Servono più unità per tenere sotto controllo la situazione ed evitare che si verifichino tragedie simili in contesti sovraffollati e in cui la tensione è a mille".

Per di più, ancora più drammatica è la situazione proprio del carcere di San Gimignano. "In questa struttura, che è classificata ad alta sicurezza, non c'è un direttore – ha denunciato il Garante dei detenuti della Toscana, Franco Corleone, dopo il caso del detenuto ucciso -: è la direttrice di Grosseto che copre anche questa funzione recandosi presso la struttura un paio di volte a settimana. È una situazione che ho denunciato più volte e non è isolata. A Sollicciano è lo stesso, c'è un direttore a mezzo servizio, per così dire, che da Parma viene a Firenze. La situazione è deplorevole".

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