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Omicidio Saman Abbas

Saman Abbas, il video con la madre e il fratello il giorno prima della scomparsa a Novellara

Le immagini inedite di Saman Abbas datate 30 aprile 2021, il giorno prima della scomparsa: nel video si vede la ragazza camminare con la mamma e parlare col fratello poche ore prima che se ne perdessero le tracce.
A cura di Ida Artiaco
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Screen dal Tg3.
Screen dal TgR
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Un nuovo, inedito video è stato reso noto sulla vicenda relativa alla morte di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa a inizio maggio 2021 e trovata cadavere lo scorso novembre nei pressi i un casolare di Novellara, a Reggio Emilia, poco distante dalla casa dove viveva insieme alla famiglia.

Le immagini in questione, trasmesse dal TgR, mostrano Saman mentre cammina con la madre Nazia. Poi, le due vengono raggiunte dal fratello della ragazza. Con quest'ultima ride e scherza sotto lo sguardo della donna. La particolarità di questo video è che è datato 30 aprile 2021: è il giorno prima della scomparsa della 18enne, ed anche il suo ultimo giorno di vita, prima che venisse uccisa per essersi opposta a un matrimonio combinato.

Saman esce di casa alle 19:08 insieme alla mamma, entrambe sembrano sorridere nel filmato. Poi arriva il fratello. Nulla lascia intendere cosa succederà da lì a qualche ora, un delitto efferato su cui è in corso il processo in cui il padre Shabbar, attualmente detenuto in Pakistan e in attesa di estradizione, è uno degli imputati, insieme allo zio Danish Hasnain e i cugini della 18enne, Nomanulhaq Nomanulhaq e Ikram Ijaz, oltre alla mamma Nazia, unica al momento ancora latitante.

Proprio nel corso di una delle ultime udienze del processo, ha preso parola una assistente sociale che ha parlato dello stato d'animo del fratello di Saman. "Quando fu arrestato il padre Shabbar, disse che era giusto – ha riferito la consulente – perché deve rispondere di ciò che ha fatto. È ancora arrabbiato con lui, mentre ha parlato della madre come di una vittima di questa situazione".

Saman Abbas
Saman Abbas

L’assistente ha poi rivelato che il giovane, da poco 18enne, aveva intenzione di "cambiare nome e cognome" e che "in alcune telefonate gli avevano detto di tornare in Pakistan e di ritrattare su quanto detto agli inquirenti", riferendosi alle pressioni dei genitori e degli altri parenti in Pakistan.

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