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Salerno, boss armato a 17 anni che spara e si vanta su Facebook

Diciassette anni, capace di usare una pistola e poi tornare a casa, per scrivere delle proprie azioni criminali sui social network. Così ha agito uno dei ragazzi responsabili degli agguati davanti al Dolcevita e alla Q8 di Salerno.
A cura di Susanna Picone
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Diciassette anni, capace di usare una pistola e poi tornare a casa, per scrivere delle proprie azioni criminali sui social network. Così ha agito uno dei ragazzi responsabili degli agguati davanti al Dolcevita e alla Q8 di Salerno.

Uno dei due fermati per il doppio agguato avvenuto davanti alla discoteca Dolcevita e alla Q8 di via Rocco Cocchia a Salerno ha 17 anni, si chiama R.B., è il figlio di un boss. Nel corso della rissa di domenica scorsa in discoteca sono rimaste ferite due persone. Lui, indagato anche per il tentato omicidio di Carmine Ferraioli avvenuto a marzo nei pressi del distributore Q8, ha aperto il fuoco contro gli uomini perché – questa è una delle ipotesi – non volevano farlo entrare nel locale. E su Facebook lo stesso ragazzo – come scrive Il Mattino – lanciava i suoi proclami dopo gli spari. Scriveva i suoi messaggi di superiorità per far capire a tutti “chi comanda”.

Insomma, sui social network il giovane si è vantato della sua azione di fuoco (“sono un grande in quel che faccio…bum bummmm”) incassando gli attacchi della cognata della sua vittima che ha gridato vendetta offendendolo. Ed è sempre su Facebook che il 17enne ha ricordato alla sua vittima designata di aver avuto rapporti con la sua attuale fidanzata: lo ha fatto usando parole offensive che fanno riferimento alla sua statura robusta. Tutto ciò che è stato scritto è stato attentamente visionato dagli inquirenti che, anche grazie alle intercettazioni telefoniche e agli appostamenti, hanno saputo trovare la giusta chiave di lettura.

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