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Guerra in Ucraina

Russia-Ucraina, il dolore del Papa: “È triste quando popoli cristiani pensano alla guerra”

“Possiamo amare chi ci fa del male. Così fanno i cristiani. Porgere l’altra guancia non è il ripiego del perdente, è dettato dall’amore” ha ricordato Bergoglio.
A cura di Antonio Palma
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"Come è triste⁣ quando⁣ persone⁣ e⁣ popoli fieri⁣ di⁣ essere⁣ cristiani⁣ vedono⁣ gli⁣ altri⁣ come⁣ nemici⁣ e⁣ pensano a⁣ farsi⁣ guerra. È molto⁣ triste”, è il grido di dolore che ha voluto lanciare oggi Papa Francesco davanti ai venti di guerra che si respirano tra Russia e Ucraina e di fronte alle notizie di una continua escalation delle armi tra i due Paesi che potrebbe infiammare l’intera Europa. Un intervento a braccio quello del Pontefice avvenuto durante l'introduzione all’Angelus affacciato alla finestra dei palazzi vaticani di Piazza San Pietro senza mai citare direttamente i due Paesi.

Bergoglio: "Possiamo amare chi ci fa del male. Così fanno i cristiani"

"Quando pensiamo a una persona che ci ha fatto del male forse c'è del rancore dentro di noi. A questo rancore dobbiamo affiancare l'immagine di Gesù, mite durante il suo processo. E poi chiediamo allo Spirito Santo di agire nel nostro cuore. Infine preghiamo per quella persona" ha esortato Begoglio rivolto ai fedeli accorsi questa domenica per ascoltarlo. Pensando probabilmente proprio alla situazione tra Ucraina e Russia e alla crisi internazionale, il Pontefice si è soffermato sulle frasi del Vangelo in cui Gesù dice ai discepoli "amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano" e "a chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra". “Noi proviamo a vivere gli inviti di Gesù?” si è chiesto ancora papa Franceco, proseguendo: “Con lo Spirito di Gesù possiamo rispondere al male con il bene, possiamo amare chi ci fa del male. Così fanno i cristiani".

Papa Francesco: "Porgere l'altra guancia non significa subire in silenzio"

Il Signore, ha proseguito il Papa, “sembra chiedere l'impossibile. E poi, perché amare i nemici? Se non si reagisce ai prepotenti, ogni sopruso ha via libera, e questo non è giusto. Ma è proprio così? Durante la passione, nel suo ingiusto processo davanti al sommo sacerdote, a un certo punto riceve uno schiaffo da una delle guardie. E Lui come si comporta? Non insulta, no, no. Dice alla guardia: ‘Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?'. Chiede quindi conto del male ricevuto". "Porgere l'altra guancia non significa subire in silenzio, cedere all'ingiustizia", ha sottolineato Bergoglio, concludendo: "Non è il ripiego del perdente, ma l'azione di chi ha una forza interiore più grande, che vince il male col bene, che apre una breccia nel cuore del nemico, smascherando l'assurdità del suo odio. Non è dettata dal calcolo, ma dall'amore".

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