Ricoveri e terapie intensive, dove crescono di più Regione per Regione

La pandemia di Covid non è finita. O almeno questo è ciò che sembrano dire i dati epidemiologici e che sottolineano diversi esperti. Quasi nessuno – va detto, al momento – parla di fermare il calendario della fine delle restrizioni varato dal governo Draghi, ma l'incidenza è tornata a salire rapidamente nelle ultime due settimane e gli effetti si cominciano a vedere in base alla pressione negli ospedali. Il monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità, pubblicato venerdì scorso come ogni settimana, riportava un balzo in avanti per quanto riguarda l'incidenza. E oggi, guardando i dati degli ospedali, si può già vedere come la situazione stia nuovamente peggiorando.
I dati su terapia intensiva e area medica delle Regioni
Per cominciare guardiamo i dati aggiornati a oggi – o meglio, a ieri sera – grazie al portale Agenas che si occupa di monitorare il tasso di occupazione di terapie intensive e posti letto in area medica:
- Abruzzo: 7% terapia intensiva, 20% area medica
- Basilicata: 4% terapia intensiva, 28% area medica
- Calabria: 6% terapia intensiva, 34% area medica
- Campania: 6% terapia intensiva, 14% area medica
- Emilia Romagna: 6% terapia intensiva, 10% area medica
- Friuli Venezia Giulia: 2% terapia intensiva, 11% area medica
- Lazio: 8% terapia intensiva, 17% area medica
- Liguria: 4% terapia intensiva, 14% area medica
- Lombardia: 3% terapia intensiva, 9% area medica
- Marche: 2% terapia intensiva, 21% area medica
- Molise: 0% terapia intensiva, 15% area medica
- Provincia autonoma di Bolzano: 6% terapia intensiva, 12% area medica
- Provincia autonoma di Trento: 1% terapia intensiva, 8% area medica
- Piemonte: 4% terapia intensiva, 8% area medica
- Puglia: 5% terapia intensiva, 20% area medica
- Sardegna: 11% terapia intensiva, 21% area medica
- Sicilia: 7% terapia intensiva, 24% area medica
- Toscana: 6% terapia intensiva, 15% area medica
- Umbria: 7% terapia intensiva, 30% area medica
- Valle d'Aosta: 0% terapia intensiva, 12% area medica
- Veneto: 3% terapia intensiva, 7% area medica
La situazione attuale può essere confrontata, ad esempio, con la tabella pubblicata venerdì scorso dopo la cabina di regia, che riporta il dato aggiornato al giorno precedente. Eccola:

Come possiamo vedere osservando le ultime due colonne, che riguardano appunto l'occupazione in area medica e in terapia intensiva, in quasi tutte le Regioni entrambi i dati sono il leggera risalita. Certo, parliamo di pochi punti percentuali, ma si comincia a vedere l'effetto della possibile nuova ondata. L'incidenza, infatti, continua a crescere rapidamente – come è possibile vedere sempre dalla stessa tabella – passando da 433 casi ogni 100mila abitanti a livello nazionale due settimane fa a 510 la scorsa settimana a 725 venerdì. Ormai sappiamo che, con qualche settimana di ritardo rispetto ai contagi da Covid, crescono anche i malati che hanno bisogno di un ricovero ospedaliero.
I colori delle Regioni, cosa cambia con l'addio
Nonostante in molte Regioni i dati sull'occupazione di terapie intensive e aree mediche siano in risalita, in nessun caso ci saranno nuovi cambi di colore. Per un semplice motivo: dal 31 marzo le Regioni non avranno più una zona colorata. Con la fine dello stato di emergenza decadrà l'impianto creato dal governo Conte due e rimasto in piedi per un anno e mezzo. I dati sugli ospedali, però, rimarranno determinanti per avere un'idea dell'andamento della pandemia di Covid che – come dicevamo all'inizio – non termina con la fine dello stato di emergenza. A prescindere dalle restrizioni, insomma, per cominciare la famosa fase di "convivenza con il virus" è fondamentale che gli ospedali non siano saturi di malati Covid.