838 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Revenge Porn, Chiara: “Le mie foto in chat. Provavo dolore e vergogna, poi ho smascherato i colpevoli”

A Perugia, la storia di Chiara. Tre anni fa ha scoperto che alcune sue foto private circolavano in un canale Telegram. Prima il dolore e la vergogna, poi ha deciso di smascherare i responsabili, che sono finiti davanti al gup con l’accusa di revenge porn e pedopornografia.
A cura di Daniela Seclì
838 CONDIVISIONI
Immagine

Chiara (nome di fantasia) è una giovane donna di 21 anni che ha denunciato due coetanei di Perugia per revenge porn e pedopornografia. In un'intervista rilasciata a Repubblica, ha raccontato la sua storia. Tre anni fa, ha scoperto che alcune foto private che la ritraevano a soli 14 anni, circolavano in una chat su Telegram già da cinque anni. Così, si è finta un uomo e ha smascherato gli amministratori di quei canali, dove una quarantina di ragazzi si scambiavano foto di adolescenti. Una volta ottenute le prove di cui aveva bisogno ha presentato denuncia alla polizia.

I due amministratori delle chat accusati di revenge porn e pedopornografia

I due coetanei di Chiara che sono finiti davanti al gup hanno oggi 21 e 22 anni, uno modello, l'altro studente universitario. Amministravano due canali su Telegram, dove gli utenti si scambiavano foto rubate o ricevute dalle fidanzate, ma non di certo per essere diffuse. Nell'udienza preliminare hanno chiesto al giudice Angela Avila la messa in prova ai servizi sociali, previa riqualificazione del danno e risarcimento. A riguardo, Chiara ha commentato:

Non ci opponiamo, non ci interessa la condanna, ma un percorso di pentimento. Sono fiduciosa che si possano rendere conto della situazione devastante che hanno creato.

Revenge porn, l'incubo vissuto da Chiara

Chiara ha raccontato che dopo avere saputo che in una chat Telegram circolavano le sue foto di quando era ancora minorenne, si è finta un uomo e, insieme ad alcuni amici, ha attirato uno degli amministratori del canale, fingendo di avere foto di ragazzine da consegnargli. Si è accorta che conosceva di vista il ragazzo in questione. Lo ha convinto ad avere un incontro di persona a cui si è presentata con degli amici. A Repubblica ha raccontato:

Quando ci ha visti, ha capito subito cosa stava accadendo. È sbiancato. Si è disperato, è caduto in ginocchio, chiedeva scusa. Piangeva e ci pregava di non denunciarlo. Diceva che sua madre stava per morire. Abbiamo registrato la sua "confessione" e ci siamo fatte consegnare il suo iPhone. In quel telefonino abbiamo trovato molte altre immagini di ragazzine, tra le foto eliminate di recente e quelle nascoste. Abbiamo fotografato tutto e siamo andate a sporgere denuncia alla polizia postale.

Per Chiara non è stato facile superare il trauma che questa violazione della sua intimità le ha inflitto: "È stato un incubo che ancora non è svanito del tutto. Mi sono sentita sbagliata, non mangiavo, ho perso tanti mesi di scuola, ho dovuto cambiare molti istituti, per il dolore per la vergogna". Oggi sta rimettendo insieme i pezzi della sua vita, anche grazie alla psicoterapia: "La strada è ancora lunga, ma sento che sto andando nella direzione giusta".

838 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views