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“Renato Mannheimer ideatore e beneficiario di una truffa da 10 milioni di euro”

Secondo l’accusa il noto sondaggista “ideò una frode tra il 2005 e il 2010” con la complicità del consulente Francesco Merlo. Mannheimer aveva detto di voler restituire al fisco tutto il dovuto.
A cura di Biagio Chiariello
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È stata chiusa l'inchiesta per frode fiscale su Renato Mannheimer. Il presidente dell'istituto di sondaggi Ispo è accusato di aver evaso 10 milioni di euro insieme al consulente Francesco Merlo ed altre persone tra il 2005 e il 2010 attraverso fatture false per 30 milioni di euro. Nell’avviso di conclusione delle indagini a suo carico, che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, si legge che Mannheimer è stato “ideatore e beneficiario dell’attività fraudolenta, nonché gestore di fatto” assieme al consulente Francesco Mario Merlo “delle società filtro e cartiere”. Nell'inchiesta che, il 17 aprile dello scorso anno, aveva portato gli uomini del Nucleo di Polizia Valutaria di Milano della Guardia di Finanza a eseguire una serie di perquisizioni, anche nella sede dell'Ispo, ci sono nove persone coinvolte.

Interrogato dal pm nello scorso mese di dicembre, Mannheimer aveva poi fatto sapere di aver risposto "con franchezza a tutte le domande" e di aver compreso "appieno la natura delle contestazioni che gli sono rivolte". Davanti al pm, inoltre, il sondaggista, difeso dall'avvocato Mario Zanchetti, aveva manifestato "vivo dispiacere e sincero pentimento per essersi lasciato coinvolgere in atti di particolare gravità". Dall’attività investigativa era venuto fuori che il suo consulente, Francesco Merlo, aveva ideato un giro di false fatturazioni, alcune che chiamavano in causa anche società estere inesistenti, con movimenti su conti correnti in banche di Lussemburgo, Svizzera e Antigua. L'obiettivo, secondo l'accusa, era frodare il fisco, consentendo a Mannheimer di evadere le tasse, in particolare Ires e Iva, e di far rientrare i soldi dall'estero in Italia.

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