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Ravenna, lasciato fuori dal locale perché nero, la mamma: “Con lui altri 15 ragazzini stranieri”

Un ragazzino di 16 anni si è visto impedire l’ingresso al concerto del rapper preferito perché nero. Il tutto è accaduto il 12 agosto in un locale di Marina di Ravenna. L’Associazione Mamme per la Pelle: “Con lui altri 15 ragazzini di colore, esempio di profilazione razziale”
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Tu non puoi entrare. Spostati, blocchi la fila". Questa è la frase che si è sentito rivolgere Biniyam, ragazzino nero di 16 anni che è stato respinto all'ingresso del locale Marinabay a Marina di Ravenna.

L'adolescente era andato con alcuni amici per assistere al concerto del rapper Capo Plaza in programma nella discoteca per il 12 agosto. Il gruppo ha esibito il biglietto ed è entrato nel locale senza problemi mentre Biniyam è rimasto fuori. Con lui altri 15 ragazzini di origini nordafricane.

A denunciare l'accaduto, Silvia Calzolari, mamma adottiva del 16enne. La donna si è rivolta all'associazione Mamme Per la Pelle che si occupa di contrastare episodi di razzismo ai danni di ragazzini di origini straniere o di giovani italiani adottati.

"Mio figlio è tornato a casa devastato. Quando abbiamo chiuso la porta dietro di noi, mi ha solo chiesto: "Mamma, perché?" – ha raccontato a Fanpage.it Calzolari -. Fuori dal locale insieme a lui c'erano solo ragazzi di colore. Una scena spaventosa".

"Tutti i suoi amici bianchi sono entrati senza problemi, lui è rimasto fuori dopo aver aspettato quel concerto per mesi – ha raccontato a Fanpage.it Gabriella Nobile, portavoce dell'associazione -. Ha fatto ritorno a casa pieno di rabbia e dolore. Non riusciva a spiegarsi l'accaduto. Questi episodi sono all'ordine del giorno ma sono in aumento dall'inizio della campagna elettorale, fomentati da certe destre che stanno lavorando per raccogliere voti".

Nobile ha fatto sapere che Mamme Per la Pelle agirà nelle opportune sedi legali. "Abbiamo registrazioni, foto e testimonianze – ha spiegato ancora Nobile – e sono prove schiaccianti. I bodyguard non hanno fornito alcuna spiegazione ai ragazzini respinti. Hanno provato a fornire una giustificazione soltanto davanti alla mamma di uno degli adolescenti".

"Sostenevano che il ragazzo fosse in una lista di giovanissimi che avevano causato problemi al locale la settimana prima dell'evento perché ubriachi. A noi sembra decisamente curioso che tutte le persone in questa lista fossero nere, senza contare che non puoi inibire l'ingresso a una persona che non ha ancora fatto nulla e che ha acquistato un biglietto come tutti gli altri".

Nonostante il (timido) intervento dei carabinieri, sollecitati da una mamma chiamata sul posto, gli adolescenti hanno dovuto fare ritorno a casa.

Lo staff del locale ha dichiarato di aver trattenuto fuori "solo i ragazzi riportati sulla lista" per "questioni di sicurezza". "Il colore della pelle non c'entra – ha dichiarato l'avvocato Paola Bravi, legale del locale Marina Bay -. Quella di razzismo è un'accusa diffamatoria per cui faremo querela".

Di diverso avviso, invece, l'associazione che per prima ha denunciato l'accaduto. "I carabinieri hanno detto a questa donna che il locale può fare "quello che vuole", perché luogo privato – ha ribadito Nobile -. Quegli adolescenti avevano acquistato il biglietto come tutti i loro amici bianchi. L'associazione, insieme alla legale Alessandra Ballerini che già si occupa del caso Regeni, presenterà un esposto in procura perché combattere questi episodi di razzismo è fondamentale adesso".

"Con l'inizio della campagna elettorale per il 25 settembre, il numero di segnalazioni che ci arrivano ogni giorno è raddoppiato. Cinque minuti fa ho ricevuto la telefonata di una madre in lacrime perché delle persone avevano aggredito sua figlia di 15 anni per strada. Non facciamo politica, cerchiamo solo di difendere i nostri figli".

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