Rapito da finti agenti a Prato, richiesta di riscatto alla famiglia: si indaga su sequestro a scopo estorsione

Una ingente richiesta di riscatto è stata avanzata alla famiglia di Yang Yixian, il 46enne cinese residente a Empoli scomparso nella notte tra sabato e domenica scorsi dopo essere stato prelevato da due uomini che si sarebbero spacciati per poliziotti all’uscita di un locale karaoke a Prato. La telefonata è arrivata ieri alla moglie, che vive in città insieme al figlio di dieci anni. È il primo elemento diretto che accredita l’ipotesi di un sequestro di persona a scopo di estorsione, la pista sulla quale si stanno ora concentrando la Procura di Prato, guidata dal procuratore Luca Tescaroli, e i carabinieri del nucleo investigativo.
Gli investigatori hanno diffuso tre fotografie di Yang, nella speranza di raccogliere segnalazioni utili, e stanno passando al setaccio le telecamere presenti nell’area di Prato Ovest dove, secondo le testimonianze, sarebbe avvenuto il rapimento. Nella giornata di ieri sono state ascoltate diverse persone, tra cui la moglie del 46enne e alcuni conoscenti. Fra questi, l’uomo e la donna che si trovavano con lui sabato notte e che hanno riferito di averlo visto salire su un’auto scura insieme ai due finti agenti.
Uno dei conoscenti ha formalizzato la denuncia e ha riferito agli inquirenti che Yang avrebbe accumulato ingenti somme di denaro attraverso scommesse online illegali condotte tramite l’app cinese WeChat. Un sistema che, secondo le autorità di Pechino – che lo avrebbero già messo sotto inchiesta – gli avrebbe fruttato oltre 6 milioni di euro. Una circostanza che, se confermata, introduce un possibile movente economico: qualcuno potrebbe aver appreso delle disponibilità del 46enne e aver ritenuto che la famiglia potesse pagare un riscatto elevato.
Il caso ha avuto origine nella notte tra sabato e domenica, quando Yang è stato fermato in strada da due uomini dall’aspetto occidentale che si sono qualificati come poliziotti. Pochi istanti dopo lo avrebbero fatto salire su un’auto scura, ripartita rapidamente. La famiglia, non riuscendo più a contattarlo, si è rivolta ai carabinieri scoprendo che non risultava alcun controllo ufficiale a suo carico. Da qui la denuncia e l’apertura dell’indagine, inizialmente per sequestro di persona, oggi sempre più orientata verso la matrice estorsiva a seguito della richiesta di riscatto.