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Covid 19

Quali sono le province italiane con il maggior incremento di casi di Coronavirus

Secondo l’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe, nell’ultima settimana sono 17 le province italiane che hanno fatto registrare un aumento di oltre il 5% dei nuovi casi di Coronavirus. A guidare la classifica sono le province di Pescara, Bolzano e Chieti, alle prese con le varianti inglese e sudafricana del Covid-19: ecco l’elenco aggiornato.
A cura di Ida Artiaco
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Pescara, Bolzano e Chieti: sono queste le tre province italiane che hanno fatto registrare nell'ultima settimana una sensibile impennata dei nuovi casi di Coronavirus. È quanto è emerso dall'ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe. Ma il trend è in crescita in totale in 17 province, dove l'incremento dei nuovi casi supera il 5%. Per questo, si legge nel report, "serve un cambio di passo nel controllo della pandemia perché, complici le varianti, è impossibile piegare la curva dei contagi con le attuali misure di mitigazione, confidando solo nel potenziamento della campagna vaccinale".

La situazione nelle province più colpita dalla pandemia

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Al primo posto della "classifica" Gimbe c'è la provincia di Pescara, dove nell'ultima settimana è stato registrato un incremento del 13,2% dei nuovi casi di Coronavirus. Qui la variante inglese è ormai il ceppo dominante, con oltre il 65% dei contagi collegati a questa mutazione del virus, che, a causa della sua maggiore trasmissibilità sta avendo come conseguenza una maggiore pressione sul sistema ospedaliero, con pazienti di 30 o 40 anni ricoverati con sintomi importanti. Sul podio c'è anche un'altra provincia abruzzese, quella di Chieti, dove l'aumento dei nuovi casi è stato pari all'8,4%. Entrambe sono in zona rossa da lunedì scorso. In lockdown fino al 28 febbraio anche la provincia di Bolzano, dove è stato segnato un +8,6% del numero di nuove infezioni, per alcuni comuni sono state prese misure ancora più restrittive per arrestare la circolazione della variante sudafricana. Al quarto posto c'è la provincia di Campobasso (+8,0%), dove pure c'è pressione sugli ospedali a causa delle circolazione della variante inglese, seguita da quella di Taranto (+7,6%). Seguono ancora la provincia di Ancona (+7,2%), dove non è stata dichiarata una vera e propria zona rossa, visto che l’ordinanza firmata dal governatore Francesco Acquaroli non chiude bar, ristoranti e locali pubblici in genere, ma prevede una limitazione decisa agli spostamenti per contenere la diffusione del ceppo britannico di Sars-Cov-, e quella di Perugia, già zona rossa da più di una settimana.

Come va l'epidemia Covid in Italia

Secondo l'ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe, relativo alla settimana 10-16 febbraio, il numero dei nuovi casi di Coronavirus rimane stabile rispetto alla settimana precedente (84.272 vs 84.711): cala il numero dei casi attualmente positivi (393.686 vs 413.967), quello delle persone in isolamento domiciliare (373.149 vs 392.312), ma sono in diminuzione anche i ricoveri con sintomi (18.463 vs 19.512), le terapie intensive (2.074 vs 2.143) e i decessi (2.169 vs 2.658). Per il presidente Nino Cartabellotta, "nonostante gli effetti del sistema delle Regioni "a colori", introdotto più di 3 mesi fa, "tutte le curve si trovano in un plateau d'alta quota: quasi 390 mila positivi, oltre 18.200 persone in ospedale e più di 2.000 in terapia intensiva", per cui sarebbe opportuno introdurre un lockdown di almeno tre settimane per abbattere la curva dei contagi".

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