Provenzano chiede i danni all’Italia: “Trattamento disumano in carcere”

In carcere è stato trattato tropo duramente nonostante le sue precarie condizioni di salute, per questo il boss dei boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo chiedendo la condanna del governo italiano e il relativo indennizzo. A presentare l'istanza alla corte di Strasburgo sono stati i suoi avvocati Rosalba Di Gregorio e Franco Marasà con un documento in cui lamentano "il trattamento carcerario inumano" subito dal loro assistito per la prosecuzione del 41 bis a cui è sottoposto il capomafia nonostante le gravissime condizioni di salute. I due legali, che motivano il ricorso sulla base della violazione ripetuta delle norme europee sul trattamento carcerario, chiedono di conseguenza anche "una equa riparazione, comprensiva dei danni patrimoniali e morali subiti".
"Non più pericoloso" – La decisione degli avvocati di ricorre alla Corte europea arriva dopo che tutte le richieste di revoca del carcere duro e di sospensione dell'esecuzione della pena sono state rigettate in questi mesi dai giudici italiani. Ricapitolando la lunga serie di patologie da cui il capomafia è affetto, i legali infatti nel documento inviato alla Corte spiegano che "La protrazione dell' esecuzione della pena e, per di più, in regime di cui all'art. 41 bis, in ragione dell'aggravarsi delle condizioni di salute del detenuto, contrasta con il basilare senso dell'umanità, risulta lesiva del fondamentale diritto alla salute e impedisce il normale regime trattamentale, provocando una smaccata violazione dei diritti umani garantiti dalla Convenzione". "Non si comprende davvero, a riguardo, quale pericolosità possa temersi in un soggetto, sebbene con un vissuto criminale intenso, ma ormai ridotto in fin di vita, non più in grado di riconoscere neppure i suoi familiari" concludono gli avvocati di Provenzano.