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Processo per gestione dei fondi della Segreteria di Stato, cardinale Becciu condannato a 5 anni

Il cardinale Angelo Becciu è stato condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione al termine del processo per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato. L’accusa nei suoi confronti era di peculato, abuso d’ufficio e subornazione di testimone. Il legale difensore ha annunciato che sulla sentenza si ricorrerà in appello.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Il cardinale Angelo Becciu e Papa Francesco
Il cardinale Angelo Becciu e Papa Francesco

Il cardinale Angelo Becciu, al termine del processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, è stato condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione. Per il cardinale è prevista anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e ottomila euro di multa. A deciderlo è stato il Tribunale vaticano, dopo la Camera di consiglio che chiude il processo che lo vedeva coinvolto.

Il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, ha annunciato nel pomeriggio di oggi, sabato 16 dicembre, la decisione presa. Becciu era ex sostituto per gli Affari generali ed ex prefetto per le Cause dei santi, carica della quale era stato privato tre anni fa da Papa Francesco. Becciu era accusato di peculato, abuso d'ufficio e subornazione di testimone.

Nei suoi confronti il promotore di giustizia Alessandro Diddi aveva chiesto la condanna a sette anni e tre mesi di reclusione. La vicenda si conclude dopo quasi due anni e mezzo: Becciu era finito alla sbarra degli imputati per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato, che ruotava attorno alla compravendita di un palazzo di lusso a Londra. Questo è stato uno dei processi più lunghi e complessi mai conosciuti dalla Santa Sede finora.

Le 86 udienze sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato

L'avvocato difensore del cardinale Becciu, invece, ha fatto sapere che sarà fatto appello sulla sentenza, ribadendo l'innocenza di Becciu. L'avvocato Fabio Viglione ha fatto sapere che sulla sentenza si ricorrerà in appello.

Fino ad oggi sono state 86 le udienze, compresa quella tenutasi nel pomeriggio, in più di 24 mesi con oltre 600 ore trascorse in aula e 69 testimoni ascoltati. Le parti civili hanno presentato 48.731 allegati, mentre la difesa ha depositato altre 20.150 pagine. I files dell'accusa da analizzare, invece, erano 2.479.062. Numeri che restituiscono l'ampiezza del dibattimento e che il Tribunale vaticano ha voluto trasformare nella "cifra" del processo, per rendere l'idea della sua vastità.

Insieme al cardinale Becciu, figurano tra gli imputati altre 9 persone fisiche (monsignor Mauro Carlino, Enrico Crasso, Tommaso Di Ruzza, Raffaele Mincione, Fabrizio Tirabassi, Cecilia Marogna, Gianluigi Torzi, Nicola Squillace e René Bruelhart) e quattro società, per un totale di 14 imputati alla sbarra.

Legali Becciu: “Amarezza ma accuse ridimensionate. Pronti per l’appello”

“C’è profonda amarezza, dopo 86 udienze, nel prendere atto che la totale innocenza del Cardinale Becciu non è stata proclamata dalla sentenza, nonostante tutte le accuse si siano rivelate completamente infondate. Le prove emerse nel processo, la genesi delle accuse al Cardinale, frutto di una dimostrata macchinazione ai suoi danni, e la Sua innocenza, ci consentono di guardare all’appello con immutata fiducia”, è quanto dichiarano Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione, legali del Cardinale Giovanni Angelo Becciu.

“Nonostante la pronuncia ci amareggi profondamente, abbiamo una solida certezza: il Cardinale Becciu, fedele servitore del Papa e della Chiesa, ha sempre agito nell'interesse della Segreteria di Stato e non ha avuto per sé e per i suoi familiari alcun vantaggio”, proseguono gli avvocati.

“Rispettiamo la sentenza, leggeremo le motivazioni, ma rimaniamo certi che verrà prima o poi riconosciuta l’assurdità delle accuse contro il Cardinale e dunque la verità: Sua Eminenza Becciu è innocente”.

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