Processo Nada Cella, nuova udienza: “Colpita con due oggetti, chi la uccise si accanì mentre era a terra”

Nuova udienza del processo per la morte di Nada Cella, la segretaria di 25 anni uccisa il 6 maggio 1996 a Chiavari nello studio del commercialista Marco Soracco. L'uomo è imputato nel procedimento con l'accusa di favoreggiamento e false dichiarazioni ai pm. Alla sbarra con l'accusa omicidio è invece Annalucia Cecere.
Secondo l'accusa, la donna avrebbe assassinato la ragazza ‘per motivi di rancore e gelosia‘, in quanto si sarebbe invaghita del suo datore di lavoro. Cecere avrebbe considerato Cella un ostacolo alla realizzazione della sua relazione con Soracco.

Nell'udienza di oggi, giovedì 22 maggio, è stata ricostruita la dinamica dell'omicidio, descritta la scena del delitto e sono stati affrontati i tanti errori commessi in sede di sopralluogo dagli agenti e dagli specialisti della scientifica che arrivarono per primi sul posto.
Tre i teste di oggi convocati dal pubblico ministero Gabriella Dotto, il dirigente della polizia scientifica di allora, Cosimo Cavalera, la sua vice Daniela Campasso, e la praticante dello studio Soracco, Paola Mazzini. Cecere non è ancora mai comparsa in aula.
Nada Cella colpita con due oggetti: "Chi la uccise si accanì mentre era a terra"
Le macchie di sangue negli angoli della stanza e dietro i mobili dello studio "danno l'idea della dimensione della vastità dell'agire aggressivo" di chi ha ucciso Nada Cella, ha sottolineato Campasso.
La donna ha descritto quanto fatto quel giorno ma anche in quelli successivi. Dai primi rilievi gli esperti della scientifica capirono "che la vittima fu colpita prima mentre era in piedi, ma ci fu accanimento anche mentre era a terra".

L'aggressione, secondo Cavalera, avvenne all'ingresso. "Fu un'azione di impeto con un progredire notevole di violenza che è continuata nella stanza dove lavorava la vittima", ha detto.
Per Cavalera, Nada venne colpita prima con un oggetto recuperato vicino all'ingresso (secondo l'accusa un fermacarte di onice) e poi con una spillatrice presa dalla scrivania della segretaria.
"L'aggressione avvenne subito": le micro tracce di sangue trovate nell'ingresso
A dimostrare che l'aggressione avvenne subito, dopo che Nada aprì la porta, sei micro tracce di sangue trovate vicino ai mobili della prima stanza dell'abitazione e "non pulite come il resto del pavimento dalla madre di Soracco", ma anche il portaombrelli trovato stranamente "in cucina e con microtracce di sangue".
Sentita in udienza anche la praticante dello studio di Soracco
In udienza è stata sentita anche Paola Mazzini, all'epoca praticante dello studio di Soracco. Fu lei a indicare, il giorno dopo l'omicidio, che dalla scrivania di Nada mancava la spillatrice.

Ma davanti ai giudici non ha ricordato quasi nulla tanto che il presidente Massimo Cusatti l'ha più volte esortata a fare uno sforzo di memoria vista la gravità di quanto successo nel posto dove lei aveva lavorato.