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Elena Ceste: storia di un omicidio premeditato

Processo Elena Ceste, il marito Michele Buoninconti condannato a 30 anni anche in appello

Arrivata la sentenza di appello per Michele Buoninconti, l’ex vigile del fuoco di Costigliole d’Asti già condannato in primo grado a trenta anni di reclusione per l’omicidio della moglie Elena Ceste.
A cura di Susanna Picone
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Michele Buoninconti è stato condannato a trenta anni di reclusione per aver ucciso sua moglie e aver occultato il suo cadavere. È arrivata la sentenza d’appello per il processo per l’omicidio di Elena Ceste, la mamma trentasettenne scomparsa dalla sua casa di Costigliole d’Asti il 24 gennaio 2014 e ritrovata senza vita solo molti mesi dopo, nell’ottobre del 2014, nel rio Mersa, a circa un chilometro da casa. La Corte ha anche disposto il sequestro conservativo del patrimonio di Buoninconti: “Si tratta – ha spiegato l'avvocato di parte civile, Debora Abate Zaro – di conti correnti e di un terzo della casa. Siamo soddisfatti. Questo garantisce un futuro ai figli”.

Buoninconti "sereno" – “Sereno e tranquillo”: così l'avvocato Enrico Scolari, uno dei difensori di Buoninconti, ha risposto a una domanda dei giornalisti sullo stato d'animo dell’uomo. “Leggeremo le motivazioni – ha annunciato il legale – e ricorreremo in Cassazione. In questo processo abbiamo riversato una quantità di elementi, fra consulenze tecniche e documentazione varia, che sono di tutt'altro segno rispetto alle conclusioni cui sono arrivati i giudici. Per questo vedremo come hanno valutato gli indizi e poi, con ogni probabilità, impugneremo la sentenza”.

Pg aveva chiesto la conferma della condanna – L’ultima udienza del processo in Corte d’Assise d’Appello di Torino si era aperta questa mattina con l'intervento di replica del procuratore generale Laura Deodato, che aveva già chiesto la conferma della sentenza di primo grado a trenta anni di reclusione in una delle precedenti udienze. Dopo il pg sono intervenute le parti civili e la difesa e infine i giudici della Corte d'Assise d'Appello si sono riuniti in Camera di Consiglio per decidere il destino dell’ex vigile del fuoco di Costigliole d’Asti. Alle ultime battute del processo hanno assistito i genitori della vittima, l’altro tutori dei quattro figli della coppia. Dopo la sentenza la coppia commossa si è allontanata velocemente dall'aula della Corte d'Assise di Appello di Torino. “Contenti? Non si può essere contenti per l'omicidio di una figlia”, è stata la risposta di uno dei loro avvocati di parte civile, Carlo Tabbia, alla domanda dei giornalisti se fossero soddisfatti dalla condanna.

Gli avvocati di Buoninconti: “Su quanto accaduto si possono fare solo ipotesi” – Lasciando l'aula, i difensori di Buoninconti avevano nuovamente criticato la scelta, operata dai loro predecessori, del processo con rito abbreviato, che a loro dire non ha permesso di svolgere ulteriori approfondimenti “penalizzando l'imputato”. “Su quanto è accaduto – hanno detto gli avvocati di Buoninconti – si possono fare solo delle ipotesi. Non è possibile dire come, quando, dove e in che modo Elena Ceste è stata uccisa. E non si può nemmeno dire se sia stato un delitto premeditato, volontario, di impeto o di altro. A nostro avviso non si è trattato nemmeno di un omicidio”. Nell’ultima udienza del processo gli avvocati avevano tentato di difendere il loro assistito cercando di spiegare come Buoninconti non avrebbe avuto neppure il tempo di uccidere sua moglie e occultarne il suo cadavere. Per questo gli avvocati avevano chiesto l’assoluzione. Attualmente Buoninconti è detenuto a Verbania.

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