Processo Ciro Grillo, oggi la sentenza: cosa rischiano i quattro amici accusati di violenza sessuale

È il giorno della sentenza del processo a carico di Ciro Grillo e di tre suoi amici, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, accusati del reato di violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza, 19enne all’epoca dei fatti, e di una sua amica coetanea per i fatti avvenuti nell’estate del 2019 nella villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo. Dopo il rinvio all’ultimo minuto a inizio settembre per il grave lutto che ha colpito il presidente del collegio, oggi si torna in aula al Tribunale di Tempio Pausania.
Oggi replica della difesa e camera di consiglio
La sentenza del Processo Ciro Grillo è attesa nel pomeriggio di oggi lunedì 22 settembre dopo le ultime repliche dei legali difensori dei quattro imputati, al termine delle quali il collegio composto dai tre magistrati si riunirà in camera di consiglio. Non è chiaro al momento se alla lettura della sentenza saranno presenti Ciro Grillo e gli amici imputati che questa mattina si sono assentati. Non sarà sicuramente in aula invece la principale accusatrice, la studentessa italo norvegese che denunciò per prima i fatti, alcuni giorni dopo, ai carabinieri. "La ragazza fisicamente non ci sarà, perché l'ho vivamente sconsigliata, ma è come se fosse qui" ha spiegato l'avvocata Giulia Bongiorno. "Cosa mi aspetto dalla sentenza? Voglio credere nella giustizia, voglio credere che quanto detto dalla mia assistita trovi riscontro nella sentenza", ha aggiunto l'avvocata
Per i quattro imputati chiesti 9 anni di carcere
L’accusa rappresentata dal procuratore Gregorio Capasso, durante la requisitoria del luglio scorso, aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati a 9 anni di reclusione riconoscendo però le attenuanti generiche previste dal Codice penale. "La loro ricostruzione degli eventi è incompatibile con la logica" ha sostenuto il magistrato, pur riconoscendo che “non è stato un processo facile” perché “parliamo di sei ragazzi che all’epoca avevano 19 anni. Due ragazze che hanno subito quello che hanno subito, quattro ragazzi che vivono comunque una situazione drammatica. Tutti quanti sono stati coinvolti in una vicenda più grande di loro”.
Per l’accusa, la vittima fu sopraffatta da "una valanga di approcci sessuali", fino allo stupro da parte dei quattro coetanei che avrebbero approfittato del fatto che lei "non era in grado di esprimere un consenso" avendo bevuto alcol. Il pm ha spiegato che i racconti degli imputai, che sostengono vi fu un rapporto consenziente, sono da ritenersi inattendibili perché hanno plasmato la loro versione “a seconda delle indagini” ma comunque la loro giovane età merita attenuanti.
L'avvocato di parte civile: "Vittima sopravvissuta alla violenza ma morta dentro"
Anche l’avvocato della vittima, Giulia Bongiorno, ha chiesto una condanna per tutti e quattro gli imputati ricordando che la giovane è "sopravvissuta alla violenza ma morta dentro", e auspicando "una sentenza nella quale sia riconosciuta la correttezza di questa denuncia così difficile, e un vero riscontro al fatto che la scelta di denunciare in Italia ha un senso ancora oggi". "Le ragazze vengono sempre apostrofate come tr**e e cagne, la mia assistita è stata più volte appellata in questo modo. I ragazzi si scambiano più di un messaggio in una chat di gruppo e in questi messaggi emerge una concezione della donna come di un essere non senziente, da usare", aveva detto l’avvocata.
La difesa degli imputati
I legali difensori invece sostengono che nessuno dei ragazzi usò mezzi violenti o costrinse le vittime ad avere rapporti sessuali. “Nella nostra discussione faremo rilevare tutti quelli che sono gli elementi che tolgono attendibilità alla persona offesa e le prove che ci sono sull'innocenza. Abbiamo tutte le frecce nel nostro arco per arrivare, speriamo, ad una conclusione positiva del processo" avevano spiegato nei giorni scorsi.