907 CONDIVISIONI
Delitto di Avetrana: l'omicidio di Sarah Scazzi

Processo Avetrana, Cosima Serrano in lacrime: “Nessuna invidia in famiglia”

Riprende oggi il processo d’Appello per l’omicidio di Sarah Scazzi. Lo zio della vittima, Michele Misseri, continua ad accusarsi: “Condanneranno mia moglie Cosima e mia figlia Sabrina da innocenti”. In tribunale le dichiarazioni spontanee della Serrano.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Fanpage.it
A cura di Susanna Picone
907 CONDIVISIONI
Secondo la Cassazione, contro le due donne Sabrina Misseri e Cosima Serrano non ci sono gravi indizi di colpevolezza
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su
Delitto di Avetrana: l'omicidio di Sarah Scazzi

Ore 14.30 – La mamma di Sarah: “Non credo che da Cosima uscirà la verità” – “Cosima deve prendersi le sue responsabilità e raccontare la verità. Siamo sempre allo stesso punto, non ha fatto altro che ripetere quello che ha detto prima”, questo il commento di Concetta Serrano, madre di Sarah Scazzi, dopo l'udienza del processo in corso Taranto. “Non credo che da lei uscirà la verità”, ha aggiunto lasciando i giornalisti. Il processo è stato aggiornato al 13 marzo prossimo, quando l’avvocato di Sabrina Misseri, Nicola Marseglia, depositerà una memoria difensiva. Nell'udienza del 27 marzo ci sarà la discussione del sostituto procuratore generale Antonella Montanaro, e dal primo aprile inizieranno le arringhe difensive. La sentenza potrebbe essere emessa ai primi di maggio.

Ore 13 – “Se vogliono condannarci come Gesù…”- “Sono passati 2015 anni e Gesù Cristo venne condannato dal popolo. Se allora tutti vogliono che siamo condannate…Oggi tutti i giorni vengono condannati degli innocenti”, ha concluso così le sue dichiarazioni spontanee Cosima Serrano. “Noi abbiamo fatto sempre del bene”, ha detto ancora. La Serrano ha anche detto di capire sua sorella (la mamma di Sarah, ndr) e che forse al suo posto avrebbe detto di peggio ma che “in cuor suo sa che non c'entriamo nulla”.

Ore 12.15 – Cosima Serrano: “Quel giorno Michele era in casa, ma non sapevo dove” – Ha parlato per oltre un’ora Cosima Serrano, ascoltata questa mattina dai giudici della Corte d’Assise d’appello di Taranto per oltre un’ora. L’imputata ha ribadito la sua innocenza ed estraneità nel delitto di Sarah Scazzi. “Dicono che noi abbiamo ucciso Sarah per paura che la gente parlasse, ma sapevamo che c'era una frequentazione di Sabrina con un ragazzo, nata da un'amicizia. Il ragazzo non era fidanzato e neanche Sabrina, sono cose normali, che cosa c'era di male da nascondere?”, si è difesa così la Serrano in aula. La Serrano ha anche detto che quando gli investigatori le chiesero dove si trovasse Michele Misseri, all’ora di pranzo del 26 agosto del 2010, rispose “che stava in casa”. La donna ha precisato di non aver mai saputo in quale parte della villetta di Avetrana si trovasse esattamente. Cosima Serrano ha raccontato anche di due episodi in cui il marito, prima della scomparsa di Sarah, la minacciò in campagna, una volta con l'accetta e un'altra con una pietra, anche se agli inquirenti (e nemmeno ai suoi familiari) la donna non aveva riferito di queste due circostanze, precisando che il marito non era un soggetto violento.

Ore 11.40 – Parla in aula Cosima Serrano: “Mai gelosia o invidia per mia sorella” – Ha iniziato a parlare intorno alle 11 del mattino Cosima Serrano, una delle due donne condannate in primo grado per l’omicidio di Sarah Scazzi. Cosima, che in più occasioni durante le sue dichiarazioni spontanee non è riuscita a trattenere le lacrime, ha fornito la sua verità dei fatti. La zia di Sarah, come anche sua figlia Sabrina, in questi anni ha sempre respinto ogni accusa. Il racconto della donna è iniziato da quel pomeriggio del 26 agosto 2010, quando ad Avetrana veniva uccisa la nipote Sarah Scazzi. Ha detto di aver pensato a un incidente e ha più volte nominato, durante il suo racconto, la signora Anna Pisanò e anche il fioraio del paese, Giovanni Buccolieri. La Serrano ha precisato di non aver parlato durante il processo in primo grado perché “non sarebbe cambiato nulla” e ha detto che si è parlato tanto di invidia e gelosia, sentimenti che a suo dire non ci sono mai stati: “Ci siamo sempre aiutati l’un l’altro tra genitori e sorelle, quando Concetta ha avuto bisogno di me sono stata sempre presente, sempre a disposizione, non me lo facevo ripetere due volte”. L’imputata ha negato di aver definito il padre di Sarah un delinquente: “Alcuni amici di Sarah le dicevano che il padre era un delinquente. Noi mai detto questo, lo può dire anche Claudio (fratello di Sarah, ndr)”.

Ore 11.05 – Dinanzi alla Corte di assise di appello di Taranto è iniziata l'udienza del processo di secondo grado per l'omicidio di Sarah Scazzi con l'audizione del consulente Francesco Abbinante sulla trascrizione di alcune intercettazioni telefoniche tra Sabrina Misseri e il padre Michele e tra la stessa Sabrina e Concetta Serrano, madre di Sarah, e con sua madre, Cosima Serrano. La difesa di Sabrina ha mosso alcuni appunti sulle trascrizioni e in aula sono state ascoltate le conversazioni. In aula è stata riascoltata anche gran parte di un lunga telefonata tra Giuseppina Scredo e Cosima Prudenzano, rispettivamente moglie e suocera di Giovanni Buccolieri, il fioraio di Avetrana che riferì agli inquirenti, per poi dire che si era trattato di un sogno, di aver visto il giorno dell'uccisione di Sarah Cosima Serrano costringere la vittima a salire a bordo della sua auto, dove – secondo l'accusa – probabilmente c'era anche Sabrina. Intorno alle 11 ha iniziato a parlare in aula Cosima Serrano.

Michele Misseri: "Ho ucciso io Sarah"

“Sono stato io, mia moglie e mia figlia non c’entrano niente”: continua ad accusarsi di aver ucciso Sarah Scazzi il contadino di Avetrana Michele Misseri, condannato in primo grado al processo di Avetrana “solo” per occultamento di cadavere. Misseri continua ad accusarsi e contemporaneamente a ribadire l’innocenza di sua moglie Cosima Serrano e della figlia Sabrina – che invece in primo grado sono state condannate all’ergastolo per omicidio – anche nel giorno in cui ricomincia il processo d’Appello. Al quotidiano La Stampa Michele Misseri ha fatto sapere che oggi sarà in aula e ascolterà le dichiarazioni spontanee di sua moglie Cosima anche se, ha spiegato, nessuno le crederà. La preoccupazione dello zio di Sarah Scazzi è che possano condannare sua moglie e sua figlia da innocenti: “Se saranno condannate per me è la fine. Io non ce la faccio più ad andare avanti così”. Misseri ha descritto il dolore nel vedere sua moglie e sua figlia Sabrina accusate: “Io le guardo e mi sento male perché Cosima è invecchiata troppo presto, Sabrina ha la faccia piatta, carica di odio. Questo è il mio pensiero, sicuramente mi odia, almeno questo penso. Non vogliono più nemmeno guardarmi”, ha spiegato il contadino di Avetrana. Secondo Misseri Sabrina sta soffrendo per colpa sua: “Non ho solo il senso di colpa per quello che ho fatto a Sarah, Sabrina e Cosima, ma la rabbia che non mi crede nessuno. Se fosse stata mia figlia io non l’avrei abbandonata, l’avrei aiutata, ma non mi sarei mai caricato la colpa”, ha spiegato.

Attesa per le parole di Cosima Serrano in aula

Oggi i riflettori sono puntati su Cosima Serrano, la zia di Sarah che dovrebbe parlare per la prima volta davanti ai giudici della Corte d’Assise. La mamma della vittima, Concetta Serrano, ha già fatto sapere che secondo lei Cosima non dirà la verità. Oggi il perito nominato dalla Corte d’Assise d’appello depositerà anche la trascrizione di tre telefonate sfuggite al processo di primo grado: una è quella intercettata tra Sabrina e Michele Misseri quando il contadino rivelò agli investigatori il luogo dove era nascosto il corpo della nipote, dichiarandosi responsabile del delitto.

907 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views