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Primario di Malattie infettive a Novara in piazza con i No Vax: “Ero lì per fare buona informazione”

Pietro Luigi Garavelli, primario di Malattie infettive all’ospedale Maggiore di Novara, oltre che Cavaliere della Repubblica per il contributo che ha dato alle cure contro il Covid, ha partecipato alla manifestazione No pass di sabato scorso ad Alessandria, che potrebbe costargli un procedimento disciplinare. Ma lui si difende: “Chiamare me No Vax  è un insulto ed è ridicolo, non ero lì per protestare ma per fare informazione come ho sempre fatto in tutta la mia carriera professionale”.
A cura di Ida Artiaco
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Screen da Radiogold.
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C'era anche Pietro Luigi Garavelli, primario di Malattie infettive all'ospedale Maggiore di Novara, oltre che Cavaliere della Repubblica per il contributo che ha dato alle cure contro il Covid, alla manifestazione No pass di sabato scorso ad Alessandria, sua città natale. Insieme ad altre decine di persone, è sceso in piazza, munito di megafono, provocando un piccolo terremoto nella sanità locale, che potrebbe costargli anche l'apertura di un procedimento disciplinare da parte dell'ospedale per il quale lavora. Ma guai a definirlo no vax. "Non ero lì per protestare – ha poi spiegato il luminare – ma per fare informazione come ho sempre fatto in tutta la mia carriera professionale, nelle scuole, negli ambulatori. Ma lo sa che 10 anni fa quando non c'era il Covid ho passato una giornata intera a discutere con 300 donne per convincerle sulla necessità dei vaccini? Chiamare me No Vax  è un insulto ed è ridicolo. Lo può fare solo qualcuno che non conosce il contesto. Ad Alessandria sono molto conosciuto per le mie posizioni e ieri sono stato invitato a parlare per fare informazione perché movimenti come quello No vax si creano proprio quando non c'è chiarezza".

Secondo Garavelli "pensare di risolvere la pandemia solo con i vaccini non è possibile. Nei giovanissimi, per esempio il vaccino può provocare problemi cardiaci, mentre se si ammalano di Covid il rischio è pari a zero". Parlando ai microfoni Radio Gold il medico ha spiegato di avere "dubbi sul vaccino agli under 40. Dopo i 40 anni, invece, il dato si inverte: consiglierei, quindi, di vaccinare cum grano salis. Di questi vaccini conosciamo gli effetti collaterali immediati, ma quelli a medio-lungo periodo non li conosciamo. Il problema del vaccino è che si induce nella gente la falsa sicurezza: tra i giovani non deve passare il concetto del “liberi tutti” dopo la vaccinazione". Il primario ha anche definito il Green pass come "il figlio bastardo del lockdown, non è efficace di per sé, è un induttore alla vaccinazione che, però, ha mille problemi e da sola non risolve il problema".

Dichiarazioni, queste, per le quale l'ospedale Maggiore di Novara sta valutando l'apertura di un procedimento disciplinare nei suoi confronti. In queste ore il direttore generale dell'azienda ospedaliera universitaria Maggiore di Novara Gianfranco Zulian incontrerà i colleghi per valutare la situazione. "Voglio capire a che titolo Garavelli sia andato in piazza e con quale intento. È una vicenda da chiarire", riporta Repubblica. Ma Garavelli, al momento in congedo per malattia, è tranquillo: "Il mio obbligo nei confronti dell'azienda mi impedisce di divulgare dati dell'ospedale, ma non certo di fare informazione in modo corretto sul Covid o su altri argomenti. Eppure mi sono preso la briga di presentarmi anche se con il bastone perché, come membro del board nazionale che si occupa di Covid, sento il dovere di intervenire per fare chiarezza quando mi viene chiesto. Quella di ieri non è certo la prima volta. Io sono vaccinato, lo è anche mia moglie, non lo sono ancora le mie figlie e sui giovani ho espresso qualche dubbio: questo non fa di me un No Vax, ma un noiosissimo professionista".

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