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Omicidio di Nada Cella

“Prima di venire uccisa mi disse che nello studio girava denaro ‘sporco’”: parla in aula lo zio di Nada Cella

“Nada mi aveva fatto capire che nello studio di commercialista dove lavorava girava denaro ‘sporco’. Mi disse che il suo datore le aveva fatto delle avances e la trattava male. Era impaurita e preoccupata”. La testimonianza di Saverio Pelle, lo zio acquisito di Nada Cella. La 25enne fu uccisa il 6 maggio 1996 a Chiavari.
A cura di Eleonora Panseri
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"Nada mi aveva fatto capire che nello studio del commercialista dove lavorava girava denaro ‘sporco'. Aveva visto grosse buste di denaro. E poi mi disse che il suo datore le aveva fatto delle avances e la trattava male".

A parlare è Saverio Pelle, lo zio acquisito di Nada Cella, la segretaria di 25 anni uccisa il 6 maggio 1996 nello studio di Marco Soracco a Chiavari, ascoltato oggi in aula durante una nuova udienza del processo che si sta celebrando a Genova.

L'imputata è Annalucia Cecereconsiderata dalla Procura l'assassina della ragazza, mentre il datore di lavoro della vittima, Soracco, è accusato di favoreggiamento e false informazioni ai pm. 

"Era impaurita e preoccupata, le consigliai di licenziarsi"

Pelle ha ricordato ancora nella sua testimonianza che la nipote "era impaurita, infastidita e preoccupata. Era agitata. Le consigliai di non fare denuncia ma di lasciare il lavoro. Le dissi di mandare una raccomandata in cui diceva di licenziarsi e poi di non presentarsi". Le confidenze vennero fatte durante un colloquio in cui i due avevano parlato di usura.

"Dissi che a Milano c'era tanta usura e lei mi rispose: ‘Guarda che non c'è solo a Milano, ma anche nei paesi‘", ha spiegato l'uomo. "Poi le chiesi come mai era così triste e lei si confidò", ha aggiunto.

Pelle raccontò quanto gli aveva rivelato la nipote soltanto nel 1997, un anno dopo l'omicidio, spiegando che "era una confidenza che Nada mi aveva fatto con la promessa che non lo avrei dovuto dire a nessuno. Ma vedendo che all'epoca le indagini non andavano da nessuna parte, allora ne parlai con la polizia".

La testimonianza di Bertuccio: "Soracco mi disse: ‘La signorina verrà portata via'"

Un'altra persona che si rivolse agli inquirenti per fornire informazioni relative al caso fu Paolo Bertuccio, un commercialista e conoscente di Soracco. Anche lui è stato sentito oggi in aula. Il 23 aprile 1996 era a un incontro per commercialisti e la sera tornò a casa con il datore di lavoro di Nada, visto che abitavano vicini.

I due uomini, ha spiegato Bertuccio, presero una birra insieme e Soracco gli disse: "Poi ci sarà la botta e la signorina andrà via, verrà portata via." "Sul momento non ci feci tanto caso. – ha detto il testimone durante l'udienza – Ma quando poi venne uccisa Nada questo peso mi oppresse".

"Non riuscivo a dormire. Ne parlai con un amico avvocato che mi disse di andare subito in Procura. – ha ricordato ancora – Così l'ultimo lunedì di maggio parlai con l'allora procuratore capo Gio Batta Copello".

A quel punto furono organizzati due incontri tra i due commercialisti e a Bertuccio vennero messi addosso dei microfoni. In quelle ulteriori occasioni lui provò a ricordare quella frase a Soracco.

"Ma lui, impassibile, disse che non si ricordava, che non era suo costume usare quelle parole". Alla fine Bertuccio ha espresso un rimpianto: "Sono stato per 27 anni l'unico chiavarese che ha detto qualcosa, mi sono sentito per tanto tempo lo scemo del villaggio".

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