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Prete austriaco rompe il silenzio dopo 40 anni: “Violentato da un superiore in Alto Adige. Non sono l’unico”

Un prete di Innsbruck ha denunciato abusi subiti 40 anni fa nell’Ordine Teutonico a Lana, in Alto Adige. “Sono il primo sacerdote in Austria a parlare, ma sono convinto di non essere l’unico”.
A cura di Davide Falcioni
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Per la prima volta in Austria un sacerdote ha scelto di parlare apertamente degli abusi subiti in ambito ecclesiale. Anno Schulte-Herbrüggen, oggi sessantenne, prete della diocesi di Innsbruck, ha denunciato pubblicamente episodi avvenuti 40 anni fa, quando, appena diciannovenne, si trovava nella casa dell’Ordine Teutonico a Lana, in Alto Adige, all’inizio del suo percorso verso il sacerdozio. Una storia rimasta sepolta per decenni, fino alla decisione – maturata solo nei giorni scorsi – di rendere pubblico quanto accaduto.

In un’intervista all’emittente ORF, il sacerdote ha spiegato di aver parlato “per dare coraggio agli altri”. Secondo il suo racconto, l’abuso sarebbe avvenuto nella sua stanza e il superiore avrebbe agito “in modo mirato”. Tornato a casa, confidò la vicenda a un confratello, ma la risposta lo segnò profondamente: la colpa sarebbe stata sua, mentre le tendenze omofile e pedofile dell’aggressore – il sacerdote dell’Ordine Teutonico Theo Neuking, deceduto nel 2002 – sarebbero state note. Un colpo che lo spinse al silenzio, una dinamica tristemente nota tra le vittime di violenza sessuale, spesso non credute o addirittura colpevolizzate.

“Sono il primo sacerdote in Austria ad osare questo passo, ma sono convinto di non essere l’unico”, ha dichiarato Schulte-Herbrüggen. La diocesi di Innsbruck ha espresso al religioso “rispetto e riconoscimento” per un gesto definito “un forte segno di apertura e responsabilità”. È un messaggio che segna un passaggio culturale, in un Paese dove, dal 2010 a oggi, la Commissione indipendente per la tutela delle vittime ha raccolto 3.600 segnalazioni di presunti abusi in contesto ecclesiale.

La testimonianza del sacerdote ha riacceso i riflettori anche sull’Ordine Teutonico di Lana, che con una nota ufficiale ha riconosciuto “il grave abuso subito dalla vittima” e ha dichiarato di sostenere la piena elaborazione del caso. L’Ordine afferma di aver iniziato a occuparsene nel 2022, dopo la segnalazione giunta tramite il Centro di ascolto della diocesi di Bolzano-Bressanone, struttura che ha pubblicato in Italia il primo dossier sugli abusi commessi da sacerdoti pedofili. Da allora, spiega l’Ordine, sono stati coperti i costi della terapia e mantenuti i contatti con Schulte-Herbrüggen. Il priore Christian Stuefer afferma: “Riconosciamo il dolore e l’ingiustizia inflitti e li rammarichiamo profondamente. Condanniamo senza riserve ogni forma di violenza sessuale”.

La risonanza mediatica della denuncia ha portato inoltre all’arrivo di nuove segnalazioni alla diocesi di Innsbruck: sedici in totale, dieci delle quali riguarderebbero abusi. Molti episodi erano già noti agli inquirenti ecclesiastici, ma tre casi, riferiti al Tirolo settentrionale, risultano inediti e sono ora oggetto di verifica approfondita.

La vicenda si inserisce in un quadro europeo in cui la trasparenza e l’ascolto delle vittime stanno lentamente incrinando il muro che per anni ha protetto dinamiche di potere e silenzi istituzionali.

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