Prete austriaco rompe il silenzio dopo 40 anni: “Violentato da un superiore in Alto Adige. Non sono l’unico”

Per la prima volta in Austria un sacerdote ha scelto di parlare apertamente degli abusi subiti in ambito ecclesiale. Anno Schulte-Herbrüggen, oggi sessantenne, prete della diocesi di Innsbruck, ha denunciato pubblicamente episodi avvenuti 40 anni fa, quando, appena diciannovenne, si trovava nella casa dell’Ordine Teutonico a Lana, in Alto Adige, all’inizio del suo percorso verso il sacerdozio. Una storia rimasta sepolta per decenni, fino alla decisione – maturata solo nei giorni scorsi – di rendere pubblico quanto accaduto.
In un’intervista all’emittente ORF, il sacerdote ha spiegato di aver parlato “per dare coraggio agli altri”. Secondo il suo racconto, l’abuso sarebbe avvenuto nella sua stanza e il superiore avrebbe agito “in modo mirato”. Tornato a casa, confidò la vicenda a un confratello, ma la risposta lo segnò profondamente: la colpa sarebbe stata sua, mentre le tendenze omofile e pedofile dell’aggressore – il sacerdote dell’Ordine Teutonico Theo Neuking, deceduto nel 2002 – sarebbero state note. Un colpo che lo spinse al silenzio, una dinamica tristemente nota tra le vittime di violenza sessuale, spesso non credute o addirittura colpevolizzate.
“Sono il primo sacerdote in Austria ad osare questo passo, ma sono convinto di non essere l’unico”, ha dichiarato Schulte-Herbrüggen. La diocesi di Innsbruck ha espresso al religioso “rispetto e riconoscimento” per un gesto definito “un forte segno di apertura e responsabilità”. È un messaggio che segna un passaggio culturale, in un Paese dove, dal 2010 a oggi, la Commissione indipendente per la tutela delle vittime ha raccolto 3.600 segnalazioni di presunti abusi in contesto ecclesiale.
La testimonianza del sacerdote ha riacceso i riflettori anche sull’Ordine Teutonico di Lana, che con una nota ufficiale ha riconosciuto “il grave abuso subito dalla vittima” e ha dichiarato di sostenere la piena elaborazione del caso. L’Ordine afferma di aver iniziato a occuparsene nel 2022, dopo la segnalazione giunta tramite il Centro di ascolto della diocesi di Bolzano-Bressanone, struttura che ha pubblicato in Italia il primo dossier sugli abusi commessi da sacerdoti pedofili. Da allora, spiega l’Ordine, sono stati coperti i costi della terapia e mantenuti i contatti con Schulte-Herbrüggen. Il priore Christian Stuefer afferma: “Riconosciamo il dolore e l’ingiustizia inflitti e li rammarichiamo profondamente. Condanniamo senza riserve ogni forma di violenza sessuale”.
La risonanza mediatica della denuncia ha portato inoltre all’arrivo di nuove segnalazioni alla diocesi di Innsbruck: sedici in totale, dieci delle quali riguarderebbero abusi. Molti episodi erano già noti agli inquirenti ecclesiastici, ma tre casi, riferiti al Tirolo settentrionale, risultano inediti e sono ora oggetto di verifica approfondita.
La vicenda si inserisce in un quadro europeo in cui la trasparenza e l’ascolto delle vittime stanno lentamente incrinando il muro che per anni ha protetto dinamiche di potere e silenzi istituzionali.