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Prete arrestato in Calabria: abusava sessualmente di un minore in chiesa poi gli chiedeva perdono

Gli episodi di violenza sessuale sono stati consumati in luoghi appartati della struttura ecclesiastica in cui operava il sacerdote. In alcuni casi il religioso avrebbe impartito una benedizione alla vittima, chiedendole “perdono”. Il prete è stato arrestato in provincia di Cosenza.
A cura di Davide Falcioni
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I Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di un sacerdote, arrestato in provincia di Cosenza. Il religioso è gravemente indiziato del reato di violenza sessuale aggravata ai danni di un minore.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Giuseppe Lombardo e condotte dai Carabinieri, hanno ricostruito una vicenda complessa e dolorosa. Secondo l'accusa, gli episodi avrebbero avuto origine nel biennio 2015-2016 all'interno di una comunità parrocchiale del capoluogo calabrese, protraendosi fino al 2020, anche dopo la maggiore età della vittima.

La vittima, all'epoca un ragazzo di 16 anni, frequentava le attività pastorali organizzate dal sacerdote. Le indagini ipotizzano che l'uomo abbia approfittato del proprio ruolo e della condizione di disagio familiare vissuta dal giovane per instaurare una relazione ambigua. Questa, inizialmente caratterizzata da adulazioni e attenzioni, sarebbe poi degenerata in veri e propri episodi di violenza sessuale, consumati in luoghi appartati della struttura ecclesiastica.

I militari hanno ricostruito una strategia di manipolazione emotiva. Il sacerdote avrebbe sfruttato la sua posizione di "padre guida" carismatico e autorevole per legare spiritualmente e moralmente il ragazzo, creando un sentimento di soggezione. Un rapporto in cui momenti di liturgia e confidenza si sarebbero tragicamente sovrapposti agli abusi. Un dettaglio agghiacciante emerso è che, in alcuni casi, dopo gli atti sessuali, il religioso avrebbe impartito una benedizione alla vittima, chiedendole "perdono".

La vittima, pur vivendo un profondo disagio e sofferenza, avrebbe faticato a ribellarsi, paralizzata dalla soggezione verso il sacerdote e dal timore di perdere il legame con la comunità parrocchiale, un contesto di riferimento fondamentale per il giovane.

L'indagine ha inoltre accertato che, anche dopo il trasferimento del sacerdote in una parrocchia della provincia di Cosenza, l'uomo avrebbe continuato a svolgere attività a stretto contatto con minori.

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