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Covid 19

Potrebbe arrivare variante Covid in grado di uccidere un contagiato su 3: l’allarme degli esperti UK

Un documento del Sage (Scientific Advisory Group for Emergencies), gruppo di scienziati d’eccellenza che supporta il Governo inglese nelle decisioni sulla gestione dell’emergenza sanitaria, segnala come in futuro potrebbe emergere una variante di Sars-Cov-2 dalle caratteristiche simili al virus Mers, in grado di uccidere un terzo dei contagiati.
A cura di Davide Falcioni
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Una nuova variante Covid più letale e potenzialmente in grado di uccidere un terzo dei contagiati è una possibilità realistica. A lanciare l'allarme è un documento del Sage (Scientific Advisory Group for Emergencies), gruppo di scienziati d’eccellenza che supporta il Governo inglese nelle decisioni sulla gestione dell'emergenza sanitaria e che ha segnalato come – sul lungo periodo – non sia da escludere l'emersione di un ceppo dalle caratteristiche simili al virus MERS e con un tasso di mortalità del 35%.

Il virus MERS è stato scoperti per la prima volta in Arabia Saudita nel 2012 e da allora si sono verificati focolai in Corea del Sud nel 2015 e in Arabia Saudita nel 2018. In totale sono stati identificati solo 2.500 contagi in tutto il mondo, ma a impressionare è il numero dei morti, ben 885, più di uno su tre. Ebbene, l'ipotesi che le mutazioni del Sars-Cov-2 possano portare a un ceppo più letale non sono da escludere e secondo gli scienziati inglesi sarà fondamentale cercare di contenere anche nei prossimi mesi l'aumento dei contagi iniettando richiami di vaccino, limitando gli arrivi dall'estero e considerando – come estrema ratio – l'abbattimento di animali – come i visoni – che possono ospitare il virus per evitare che il ceppo mutante si propaghi.

Sempre secondo gli scienziati del Sage un ceppo futuro potrebbe essere resistente ai vaccini se venisse fuori dalla combinazione tra la variante Beta, resistente al vaccino, e le varianti Alfa o Delta, più trasmissibili. Il processo – noto come ricombinazione – potrebbe portare a una mutazione con "maggiore morbilità e mortalità”. Gli esperti hanno anche affermato che comunque i vaccini dovrebbero funzionare a meno che non ci sia una mutazione estremamente potente. Martin McKee, docente di salute pubblica alla London School of Hygiene and Tropical Medicine, ha dichiarato: “Queste crude parole dei consiglieri del governo sottolineano ciò di cui molti di noi hanno avvertito e confermano che ci sono ancora ostacoli da superare. Il governo non può essere compiacente, deve continuare a sostenere lo sviluppo della prossima generazione di vaccini e dare la priorità alla riduzione delle infezioni per ridurre la possibilità che emerga un'altra variante nazionale".

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