614 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Potenza, muore sepolta viva tra i rifiuti in casa: si indaga per abbandono di incapace

Abbandono di persona incapace. È questo il reato per cui la procura di Potenza indaga nel caso di Marinunzia Garofalo, la donna di 51 anni morta bloccata a letto, in una casa stracolma di escrementi e rifiuti. È stato il marito, che non viveva più con lei, a chiamare i soccorsi quando non c’era ormai più nulla da fare.
A cura di Angela Marino
614 CONDIVISIONI
Immagine

Abbandono di persona incapace. È questo il reato per cui la procura di Potenza indaga nel caso di Marinunzia Garofalo, la donna di 51 anni morta bloccata a letto, in una casa stracolma di escrementi e rifiuti. Per gli inquirenti, che sono al lavoro sulla vicenda dallo scorso 20 novembre, quando il marito della donna ha allertato il 118 per la donna agonizzante, Marinunzia non era nelle condizioni di poter provvedere a se stessa ed è stata abbandonata in una situazione degradata e pericolosa. Destinata a morte certa, insomma, con piaghe su tutto il corpo e lasciata senza acqua e cibo per oltre 20 giorni. Nella casa di via Vaccaro, a Potenza, dove è stata soccorsa ormai troppo tardi dai sanitari del 118, Marinunzia non avrebbe mai potuto sopravvivere da sola. Di altri, dunque, la responsabilità di quanto accaduto.

I fatti risalgono agli ultimi giorni di novembre. Marinunzia, 51 anni, di origini salernitane, una donna elegante, curata e di retaggio borghese, è ‘sparita' ormai da molte settimane. Il marito dice a tutti che non le va di uscire, fa freddo, dice. La donna, in realtà, è bloccata a letto da quella che, dai primi esami medici fatti dopo i soccorsi, sembra essere una frattura. Allettata in una casa ricolma di spazzatura, rifiuti, escrementi, in un uno stato di avanzato degrado. Così l'hanno trovata quando finalmente il marito, che non viveva più con lei, ha preso la decisione di chiamare i soccorsi.

A farsi largo tra quelle mura di immondizia sono stati per primi i vigili del fuoco e lo hanno fatto indossando la tuta che si utilizza in caso di attacco batteriologico, per proteggersi dai rischi per la propria salute. Perfino maneggiare l'ossigeno in quella casa è parso pericoloso, tanto che i sanitari lo hanno evitato per scongiurare possibili incendi. Ai paramedici, che li seguivano, Nunzia ha avuto appena la forza di chiedere dell'acqua prima di finire in stato d'incoscienza. È morta poco dopo in ospedale, stremata dalla mancanza di cibo e acqua. Forse vittima di una grave depressione o di un disturbo psichico, Marinunzia non aveva saputo chiedere aiuto neanche alle amiche con cui messaggiava. Nessuno, tuttavia, ha pensato di andare a verificare di persona come stessa.

614 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views