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Potenza: calci e pugni ai disabili che dovevano curare, coinvolti medici e un religioso

Otto persone sono state arrestate e poste ai domiciliari per maltrattamenti su disabili commessi nella struttura riabilitativa dei “Padri Trinitari” di Venosa. Disposti inoltre cinque divieti di dimora e due interdizioni dalla professione medica.
A cura di Susanna Picone
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I carabinieri del Nas hanno eseguito questa mattina quindici misure cautelari nei confronti di persone coinvolte, a vario titolo, in un'inchiesta su “ripetuti e violenti maltrattamenti” su disabili nella struttura riabilitativa “Padri Trinitari” di Venosa, nella provincia di Potenza. Da quanto si apprende, tra le persone coinvolte vi sono dipendenti, medici e anche un religioso. Su ordine del gip del Tribunale di Potenza, otto persone sono state arrestate e poste ai domiciliari, inoltre sono state eseguite misure cautelari di cinque divieti di dimora e di due interdizioni dalla professione medica. Sono stati sospesi dalla professione un neuropsichiatra e un medico. Uno dei divieti di dimora – da Venosa e da Bernalda (Matera) – è stato notificato a padre Angelo Cipollone, dei Padri Trinitari, direttore e legale rappresentante dell'Istituto medico psico-socio pedagogico “Ada Ceschin Pilone”. Nel corso delle indagini i carabinieri, che hanno chiamato l’operazione coordinata dalla Procura di Potenza “Riabilitazione invisibile”, hanno accertato che nella struttura per la riabilitazione di Venosa avvenivano maltrattamenti ripetuti e violenti sugli ospiti, tutte persone con disabilità.

Calci, pugni, schiaffi e trascinamenti a terra per spostare i pazienti  – I pazienti venivano colpiti con calci, pugni, schiaffi e trascinati a terra per essere trasferiti dal corridoio alle stanze della struttura. Si parla di “inaccettabile e penoso sistema di vita quotidiano” che i disabili erano costretti a subire. Le indagini sono cominciate dopo la denuncia della madre di un paziente che aveva notato ematomi e graffi sul corpo del figlio e per questo si era rivolta al personale dell'istituto di riabilitazione ma aveva ricevuto in risposta “sempre spiegazioni evasive e di comodo”. Utili alle indagini anche le intercettazioni audio-video e telefoniche nonché le attività tradizionali quali ispezioni, riscontri testimoniali ed acquisizione di documentazione sanitaria.

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