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Portò bimba oncologica dalla Calabria a Roma. Scrive a Mattarella: “Io, papà di disabile, sono solo”

Nel giorno in cui ha ricevuto al Quirinale l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana per aver accompagnato una bambina oncologica dalla Calabria a Roma Alessandro Bellantoni ha scritto una toccante lettera a Sergio Mattarella: “Noi, genitori di disabili gravi, siamo stati lasciati soli dallo Stato”.
A cura di Davide Falcioni
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Aveva accompagnato gratuitamente una bambina da Vibo Valentia a Roma a bordo del suo taxi per permetterle di sottoporsi, durante il lockdown, a una visita oncologica all'ospedale Bambin Gesù: per questo oggi il tassista romano Alessandro Bellantoni ha ricevuto al Quirinale l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica italiana per essersi distinto, insieme ad altri, nel servizio alla comunità durante l'emergenza del coronavirus.

Bellantoni però non si è accontentato del riconoscimento. Al cerimoniale del Quirinale ha consegnato una lettera al presidente Mattarella "perché sono padre di una ragazza gravemente disabile e la disperazione mi ha portato a cogliere l'occasione di un giorno così importante". "Da ventidue anni sono padre di Martina, disabile grave, e nonostante la sofferenza, il dolore, la fatica fisica e mentale – scrive Bellantoni nella missiva – mia figlia resta il mio primo motivo di vita e l'unico per il quale mi spingo ogni giorno verso tutti coloro che vivono la mia stessa condizione: l'amore profondo e incondizionato per i propri figli disabili con il quale si combatte per consentire loro una vita dignitosa. Siamo tantissimi, centinaia, migliaia, probabilmente milioni di vite difficili, stremanti e anche costose, molto costose. E sempre più sole. Sì, siamo soli, siamo eroi non per caso ma per necessità".

Bellantoni ha aggiunto di credere nello Stato "che lei rappresenta Presidente" e che "essere disabile o assistere un disabile nel nostro paese è ancora di una difficoltà inimmaginabile. Le mie tre ore di sonno per notte, ormai da 22 anni, non possono più darmi il giusto riposo per affrontare il nuovo giorno. E purtroppo la vita non ti risparmia altri problemi. Lo stato non ci aiuta, strutturalmente e nemmeno economicamente. E Lei, Presidente, deve sapere quanti soldi costa la vita di un disabile" e quanti sacrifici comporta. Bellantoni fa alcuni esempi: "A causa dei tagli alla spesa pubblica le ore di assistenza domiciliare sono sempre di meno e per ottenerle la burocrazia rende tutto quasi impossibile; un disabile grave non può attendere sei o sette mesi per avere nuovi ausili o una nuova sedia a rotelle: per un disabile una carrozzina è la vita; le attese per visite specialistiche sono inaccettabili ed esiste una carenza di strutture adeguate con personale qualificato per effettuare semplici visite di routine a diversamente abili o neuro diversi. Una semplice visita dal dentista per un neuro diverso come mia figlia necessita di un anestesia totale, anche per una semplice carie. I risvolti economici per le famiglie che accudiscono un disabile meriterebbero mille dibattiti, uno fra tanti la perdita o la rinuncia del lavoro. Quante spese dobbiamo sostenere perché le strutture sanitarie convenzionate non sono all'altezza e dobbiamo rivolgerci a strutture private? Possa Lei, Presidente Mattarella, sensibilizzare tutte le forze politiche su questi argomenti con la stessa forza ed il coraggio di un eroe cavaliere", conclude Bellantoni.

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