Porta la figlia disabile a Gardaland, ma non la fanno salire sulla giostra: “Discriminata dopo 40 minuti di fila”

"Avevo portato mia figlia a Gardaland per aiutarla a distrarsi, in genere cerchiamo sempre di abbinare la giornata in ospedale per le cure a una gita in un parco divertimenti. Avevamo scelto Gardaland per quel pomeriggio, ma l'esperienza è stata pessima: il braccialetto per l'ingresso prioritario alle giostre si è accidentalmente rotto e pur avendolo conservato, un'operatrice di una giostra non ha voluto farci salire, trattandoci malissimo e costringendoci a tornare all'ingresso per riallacciarlo". A parlare in un'intervista a Fanpage.it è Simona Mafrici, mamma di una ragazzina di 13 anni con disabilità.
Mafrici ha raccontato di aver segnalato la vicenda a diverse associazioni che si occupano di combattere le discriminazioni nei confronti di ragazzi con disabilità. "Ho scritto anche un'email al parco divertimenti, ma ho ricevuto una risposta di circostanza, molto fredda. Per loro obbligare una ragazzina a camminare sotto il sole dopo 40 minuti di fila per raggiungere nuovamente l'ingresso e allacciare un braccialetto è ‘rispettare la procedura'. Non abbiamo ricevuto scuse di alcun tipo".
L'adolescente è affetta da una rara malattia del sangue. "Questa malattia le ha causato purtroppo diversi tumori, alcuni anche maligni, allo stomaco. Questa condizione chiama altre malattie, ovviamente. Per esempio, ultimamente le è stato diagnosticato il diabete ma ha anche fibromalgia, per cui non può camminare molto".
A Fanpage.it, Gardaland ha fornito la sua versione dell’accaduto. “L’episodio segnalato è riconducibile a una procedura di verifica prevista nei casi in cui il braccialetto o la tessera con QR code non risultino correttamente abbinati. Tale controllo è necessario per garantire che i servizi riservati agli Ospiti con esigenze specifiche siano erogati in modo corretto, sicuro e nel pieno rispetto delle procedure interne e della privacy di ciascun visitatore. Gardaland Resort desidera inoltre ribadire che il Welcome Desk e il personale sono sempre a
disposizione per fornire assistenza e chiarimenti. Cortesia e disponibilità rappresentano valori imprescindibili della nostra filosofia aziendale, sui quali lavoriamo ogni giorno per mantenere gli standard più elevati di accoglienza e qualità del servizio”

La gita al parco divertimenti Gardaland
Il 12 luglio scorso, Simona Mafrici e la sua famiglia hanno acquistato i biglietti per il parco divertimenti Gardaland. Partiti dalla Calabria, avevano raggiunto il Nord Italia per le cure ospedaliere della figlia 13enne. "Cerchiamo di associare queste giornate a momenti di divertimento, in modo che possa costruire anche dei ricordi belli. Con Greta abbiamo visitato diversi parchi divertimenti e questo è stato il primo nel quale ci è successa una cosa del genere" ricorda Mafrici.
Con la figlia, infatti, si era recata come accompagnatrice presso la giostra Dragon Rush. "Abbiamo fatto ben 40 minuti di fila sotto il sole di luglio, può immaginare – spiega al telefono -. Il braccialetto per l'accesso prioritario alle attrazioni si era staccato accidentalmente. Ovviamente lo abbiamo conservato, con tutti i documenti che attestano la disabilità di mia figlia. Un primo operatore si è mostrato disponibile, dicendoci di esibire il braccialetto all'ingresso dell'attrazione e di chiedere lì cosa fare. La seconda operatrice invece ci ha praticamente costretto a tornare indietro per riallacciarlo. Non ha voluto sentire ragioni. Ho chiesto il suo nome e cognome per segnalare il suo comportamento al Parco, ma anche in quel caso ha risposto in modo estremamente arrogante. Mi ha detto: ‘Prenda il mio nome, vediamo cosa ottiene'. Dopo una fila lunghissima abbiamo dovuto fare ritorno al front office, tra l'altro sotto gli occhi di tutti perché ovviamente le persone attorno a noi non potevano sapere cosa stesse accadendo".
Da lì, secondo quanto racconta Mafrici, la 13enne avrebbe vissuto la giornata in un'angoscia costante. "Aveva paura di essere respinta all'ingresso di tutte le giostre. Ovviamente è una ragazza di 13 anni, una discussione in pubblico per lei è una delle cose peggiori che possano accadere. La giornata è stata rovinata in tutti i modi possibili".
"Mia figlia è stata di fatto discriminata – sottolinea Mafrici -. Il regolamento è sacrosanto, ma ci vuole un po' di elasticità e umanità davanti a una bambina disabile, soprattutto se il problema è solo un braccialetto non indossato".

Le lettere di reclamo a Gardaland
Mafrici ha poi scritto diverse email indirizzate a Gardaland per segnalare quanto accaduto il 12 luglio e il testo della lettera, con annessa risposta, è stato visionato da Fanpage.it."Non si sono scusati e non hanno neppure offerto un piccolo risarcimento come per esempio il rimborso del biglietto o un invito per un pomeriggio nel parco divertimenti. Mia figlia non ha vissuto una giornata in allegria e in serenità come volevamo".
Secondo l'articolo 2 della legge 67/2006, si tratta di una discriminazione indiretta ai danni di un bambino disabile. "Avevamo la disability card e davanti alla documentazione pertinente bisogna mostrare un minimo di elasticità. Ho dovuto inviare ben tre email. Ho inoltrato una lettera anche al Garante Nazionale per la Disabilità. Non è tanto per il gesto, quanto per la profonda umiliazione alla quale è stata sottoposta una bambina che comunque ogni giorno vive delle difficoltà".
"La malattia di mia figlia è molto rara, non può essere curata, viene tenuta sotto controllo. Ogni giorno abbiamo difficoltà, in un momento di svago vorremmo solo che potesse stare bene e divertirsi. In questo modo la sua giornata è stata rovinata".
La replica del parco divertimenti
Il parco divertimenti si è giustificato tramite email pec. "Il braccialetto consegnato insieme al tesserino con QR-code integra il servizio di accesso prioritario fornito ai nostri ospiti con disabilità e ai loro familiari – scrive il parco -. Serve ad agevolare la visita per loro e per gli accompagnatori. Questo conferma quanto sia per noi importante l'esperienza di tutti i visitatori, inclusi coloro con bisogni specifici".
"Il bracciale – spiega ancora il parco – deve essere sempre indossato dai titolari delle agevolazioni, al Welcome Desk viene specificato. Lo scopo è quello di permettere al personale di riconoscere le persone alle quali spetta il servizio prioritario. Nei casi in cui il braccialetto non sia più indossato o non vi sia congruenza con la tessera con QR-code, ci potrebbe essere incertezza da parte dello staff. Per questo, al fine di garantire la corretta erogazione del servizio, sono tenuti a consigliare all'ospite di tornare all'ufficio preposto per il controllo e la riemissione dei materiali consegnati".
"Tale evenienza – sottolinea Gardaland – può risultare scomoda nei confronti del cliente e ne siamo consapevoli ma dall'altra parte ribadiamo che la procedura ci permette l'erogazione corretta del servizio agli aventi diritto". Sull'interazione con lo staff della giostra Dragon Rush, invece, Gardaland sottolinea il proprio dispiacere, scusandosi però solo per il "giudizio negativo" manifestato dalla madre della 13enne nella sua missiva. "Ci scusiamo se l'interazione avuta col personale presente sia stata giudicata negativa. Cortesia e disponibilità sono aspetti imprescindibili per il parco che opera costantemente nel trasmettere tali valori al proprio staff. Provvederemo a interessare i team preposti della segnalazione in ottica di un miglioramento".