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Pordenone, preside inventa le classi jolly per gli studenti “in eccedenza”

Lucia Cibin, dirigente scolastica dell’istituto Lozer di Pordenone, ha ideato delle “classi jolly” dove confluiscono studenti in “eccedenza” di età comprese tra gli 11 e i 13 anni, collegati con pc e webcam alla lezione che devono seguire. Una sorta di “didattica a distanza ravvicinata”.
A cura di Davide Falcioni
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Non c'è spazio per tutti gli studenti nelle aule della scuola media Lozer di Pordenone, così la preside ha deciso di organizzare delle vere e proprie "classi Jolly": delle grandi stanze nelle quali verranno fatti confluire gli studenti – di età compresa tra gli 11 e i 13 anni – considerati in "eccedenza", che avranno a disposizione un computer e delle cuffie e – collegati a una webcam – potranno assistere alla lezione dei compagni distanti una manciata di metri. Una sorta di didattica a distanza ridotta ideata per sopperire alla mancanza di insegnanti.

L’idea è stata studiata dalla dirigente Lucia Cibin e dai suoi collaboratori, ma è stata comunicata solo ieri alle famiglie, che a dire il vero sembra non l'abbiano presa benissimo dal momento che non sarebbe chiaro con quale criterio vengono scelti i ragazzi da dirottare nell'aula jolly.

Le famiglie, però, sarebbero irritate anche per un altro cambiamento, le ore da 45 minuti. L’ultima campanella infatti suona prima, alle 12.15 per chi ha scelto il tempo scuola su sei giorni alla settimana, ma si tratta di un orario in cui i genitori sono ancora al lavoro. Le tre ore di lezione che avanzano non verranno perse, bensì recuperate a casa secondo la modalità conosciuta durante il lockdown, ovvero la didattica a distanza. Cibin ha spiegato la scelta dovuta a questioni didattiche, sostenendo che gli studenti devono stare seduti fermi in spazi risicati e il tempo di attenzione non può essere di un’ora, inoltre vengono a mancare le attività di gruppo e di laboratorio che rendono la didattica principalmente frontale.

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