Politiche 2013: sono i sondaggi elettorali a guidare le scelte dei leader

Una delle intuizioni più pragmaticamente efficaci di Silvio Berlusconi è senza dubbio quella di subordinare gran parte delle scelte comunicative in campagna elettorale al risultato dei sondaggi e alle indicazioni di esperti di marketing e flussi di consenso. Una lezione ormai assimilata anche a sinistra, come evidenziato anche in queste battute finali della campagna elettorale per le politiche 2013. Ed è semplicemente e banalmente questa ad esempio la chiave di lettura dell'intera telenovela Bersani – Monti – Vendola. Ovvero, per dirla in breve, la necessità di accettare la dittatura dei sondaggi, unitamente alla consapevolezza che il cammino verso le politiche 2013 è sempre più accidentato e che costruire una maggioranza in grado di "governare" appare sempre più un miraggio. I numeri in tal senso sono impietosi e hanno condizionato scelte e comportamenti fin dalle prime battute della campagna elettorale.
E adesso, nonostante il forzato silenzio degli istituti di rilevazione, a dettare i temi e le scelte dei leader politici sono sempre sondaggi "privati" e analisi "segrete". Per averne un'idea basta guardare l'inversione di marcia di Mario Monti, aggressivo e determinato nei confronti della coalizione guidata da Silvio Berlusconi e decisamente orientato a spingere sulla questione della credibilità. Allo stesso modo, la campagna elettorale del leader del centrodestra sta attraversando una fase di stanca, in attesa magari che il Cavaliere sciolga la riserva e decida di lanciare la sua nuova proposta shock. Ma i sondaggi sono anche croce e delizia per Pier Luigi Bersani. Perché se da un lato arrivano conferme positive (in particolar modo sull'esito alla Camera dei Deputati), dall'altro restano tante le incognite sulla composizione del Senato, con un duello all'ultimo voto in Sicilia, Lombardia e (forse) Campania che probabilmente deciderà l'esito della consultazione.